sabato 21 ottobre 2017

PER CARLA, LA CAPOCLASSE

Insieme, grazie alla letteratura, abbiamo imparato a scrivere, grazie alla filosofia, abbiamo imparato a pensare, ma grazie alle tabelline, ancor prima e in tempi assai lontani, abbiamo imparato a contare.
Abbiamo preso confidenza con i numeri, con le unità e le decine, che abbiamo usato per calcolare, elencare, misurare, valutare, quantificare, ma anche per raccontare la nostra esistenza.
Per fissare tappe e momenti di vita, per giudicare conquiste e sconfitte, per classificare affetti e delusioni, gioie e dolori.
Per ricordare i tempi dell’infanzia, delle mele, della scuola, del lavoro, della maturità e della inevitabile terza età.
Ogni fatto si riferisce a un numero, a una data, a un’età, spesso del tutto virtuale, che lo colloca nella ferrea memoria del proprio, consolidato passato: la nostra storia, la nostra vera, inalienabile ricchezza.

Noi abbiamo avuto il non comune privilegio di rincontrarci, dopo tanti lustri e decenni, e di ritrovarci in una nuova dimensione affettiva, dove il tempo si è fermato o quasi non esiste, felici di poter ancora condividere esperienze e scambiarci sentimenti, come quando eravamo giovani e non soltanto “diversamente”.

Oggi, anche tu, cara “capoclasse” per antonomasia, in virtù di quei numeri che scandiscono il nostro essere, entri in una nuova decina anagrafica, segnando in rosso un’altra festa nel tuo personale calendario, fortificata e sostenuta dal calore della tua famiglia e da quello di tutti noi, amici felicemente ritrovati e affezionati.
Ti auguriamo ancora tanta gioia e serenità, nella stagione dai colori e dai profumi seducenti, dove sbocciano le magnifiche rose d’autunno. (Alfredo)

20 ottobre 2017


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