domenica 8 ottobre 2017

CHIOMA ROSSA ADDIO

La sua chioma rossa, nell’immaginario sportivo e popolare, ha anticipato di molto quella dello stravagante Trump.
Comunque la si pensi, comunque lo si giudichi, da un punto di vista umano e professionale, Aldo Biscardi - che oggi ha lasciato questo mondo e quello a lui caro del pallone - ha rivoluzionato il modo di raccontare il calcio in televisione, tra successi, chiacchiere, polemiche e veline.
Il suo Processo del Lunedì è stato una specie di grande bar sport degli italiani, più o meno malati di calcio o affamati di partite, dove si scontravano tifo, sfottò e campanilismo.
La super moviola o il moviolone, le chiacchiere inutili, il folklore di certi ospiti ululanti, il litigio sistematico, i rigori non rigori, dati o non dati, i sospetti, l’attenzione più o meno autentica alla "ggente”, una certa sudditanza nei confronti delle “grandi”: il Biscardismo è diventato ben presto un genere televisivo.

Nella sua semplicità, con la sua dizione dialettale e con l’esperienza dell’uomo della strada, il tenace abruzzese ha capito che la “ggente” ama i processi e le accuse agli arbitri e agli avversari.
Ha intuito che le discussioni davanti alla tazzina di caffè del lunedì mattina, infarcite di ovvietà, banalità, aggressività, contraddizioni e prive di oggettività, potevano essere amplificate e portate in tutte le case, grazie alla TV, pur nei limiti di un intrattenimento approssimativo, colorito, a volte urlato e anche un po’ trash.

Competenza, preparazione e tecnicismi, d’altro canto, non erano qualità richieste e necessarie a quel tipo di tribunale popolare, assai vicino al circo, perché il Calcio, e tutto ciò che gli ruota intorno, sfugge a regole certe e indubitabili, a quelle del buon senso e non può essere catalogato, omologato o inquadrato in termini assoluti.
È passione, non razionalità. E lui, nel bene e nel male, sapeva raccontarla.
 (Alfredo Laurano)


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