domenica 29 ottobre 2017

SE TUTTO IL MONDO E’ SOCIAL

Tonnellate di odio, di rancore, di insulti, di istigazione alla violenza, di pratiche persecutorie, di stolking e di bullismo viaggiano da tempo, indisturbate, sull’impalpabile mondo del Web e sono del tutto reali, pericolose e nocive e, come tali, perseguibili per legge. Chi ne è colpito può denunciare, querelare, citare in giudizio, o ignorare, se ci riesce, per non essere ulteriormente coinvolto.
Ma quella realtà rimane, è vera, oggettiva e concreta da quando la Rete ha dato nuova linfa, nuovi spazi e nuove paternità anche all’infinito mondo degli imbecilli e dei malvagi.
Tutti possono fruire senza spese e senza patente di una tribuna sconfinata, possono dire la propria, sparare giudizi, pregiudizi, cazzate e proclami senza freno, diffondere bufale o insulse teorie, creare comunità e false chiese o truffare, irretire, plagiare, barare, vendere, ingannare o abbindolare.

Dall’imberbe adolescente al nonno beat, dal giovane rampante alla casalinga stanca, dall’acchiappone al ciarlatano, dal narciso al megalomane, dall’onesto al criminale, dalla perpetua alla escort d’alto bordo. Chiunque può esibirsi nel suo più genuino o falsissimo splendore.
Se ne parla con disgusto tutti i giorni nei media, nei talk, nelle famiglie, nelle scuole. Ognuno può raccontare le sue esperienze, il suo caso personale, le sue tristi disavventure e, magari, cercare aiuto.
Si cerca di combattere o circoscrivere il fenomeno, ma con scarsissimi risultati. Il potere del Web è assoluto e totalizzante, non teme confronti, è quasi inattaccabile.

Molti però sostengono che, al contrario di quanto fin qui detto, i rapporti di scambio, di amicizia, di stima e di affetto - e in qualche caso d’amore, quando non c’è inganno o premeditazione per secondi scopi - che si sviluppano sui social, non sarebbero mai autentici come quelli di “c’eravamo tanto odiati”, perché sono fasulli, fittizi, eterei e "virtuali".
Virtuali perché non ci conosciamo di persona, perché, al massimo, ci vediamo, ma non ci tocchiamo.
In verità, sono comunque reali perché esistiamo, pensiamo, parliamo, ascoltiamo le nostre voci, le nostre percezioni, ci scambiamo sensazioni, riflessioni, come in un normale rapporto umano.

Le chat erotiche, o casarecce, per esempio, lo confermano, perché svolgono un profondo ruolo in questo senso e in questa direzione: attrazione, seduzione, eccitazione sono del tutto autentiche e reali. Il sesso on line spesso eguaglia quello live, anche perché immune da fatiche, da gravidanze e malattie.
Dietro quel display, batte pur sempre un cuore, c’è una vita, una personalità, un modo d’essere che, alla lunga, non si può non disvelare.
Con molti limiti spazio-temporali, certo, ma con un indubbio vantaggio: la libertà di espressione, la spontaneità, l'autenticità, l'autonomia culturale che ci caratterizza e che condividiamo.
È una proficua conoscenza, un'amicizia a distanza, senza riserve mentali o condizionamenti di sorta, che ci fa andare dritto nella via dell'anima, per scoprirne l'essenza, chi siamo, che pensiamo, cosa vogliamo o chiediamo alla vita.

È un po' come l’approccio a una diversa cultura, come entrare e viaggiare in un altro spazio, da scoprire da inventare.
O come conoscere un autore attraverso le sue opere, i suoi libri, i suoi quadri, i suoi pensieri: Dante, Leonardo, Michelangelo, Kant, Mozart, Leopardi non li abbiamo mai visti o toccati di persona, ma ne conosciamo a fondo il relativo mondo, il loro essere, il loro peso, il loro testamento.
O come, ancora, il sacramento della "confessione" dei Cristiani o la psicanalisi spontanea, senza il sofà e l’analista, che ci costringe a guardarci dentro e ad esibire, in un certo modo e con un adeguato pudore, la nostra profonda intimità. E a condividerla.
27 ottobre 2017 (Alfredo Laurano)


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