martedì 24 ottobre 2017

GOLIARDIA A PROVA DI IMBECILLI

Questa non è una curva, questo non è calcio, questi non sono i valori universali dello sport. È la malattia del tifo che degrada.
Ci risiamo. Dopo i manichini con la divisa giallorossa impiccati, le banane alle scimmie nere, le svastiche, gli insulti e i cori razzisti, un manipolo di barbari, pseudo tifosi lazialesi, hanno imbrattato la curva sud, "casa" abituale dei nemici romanisti, con adesivi inequivocabilmente razzisti. 

Un disgustoso campionario della vergogna: "Romanista ebreo", "romanista Aronne Piperno", quello del Marchese del Grillo, e ancora immagini di Anna Frank con la maglia della Roma, già comparse alcuni anni fa in giro per Roma. Tutto firmato dal gruppo ultrà laziale degli Irriducibili, “stupiti da tanto clamore, in un contesto di goliardia"
Pensare che i fedelissimi abbonati in curva nord non avrebbero nemmeno dovuto esserci allo stadio, dopo la chiusura della curva stessa per gli insulti ai giocatori del Sassuolo: sono potuti entrare soltanto grazie a una mossa decisa dall’ineffabile Lotito, che, grazie alla sospensione degli abbonamenti ha potuto concedere i biglietti della curva "rivale" ai suoi stessi ultrà, alla cifra simbolica di un euro. La Figc ha aperto un'inchiesta per verificare le responsabilità della società Lazio, che rischia una nuova e più pesante squalifica.

È inconcepibile che un esiguo numero di sconsiderati possa provocare clamorosi danni d'immagine e materiali a una società di calcio che, pure, ha qualche responsabilità.
Certo, questi quattro latitanti della ragione e della lealtà sportiva, che squalificano un’intera categoria di appassionati, non sono affatto “normali”, non sono affatto tifosi, né sportivi, né amanti del pallone.
Sono una banda di razzisti, di repressi, di ignoranti, di incapaci, di falliti, di fascisti da stadio e da tribuna. Sfruttano la curva come campo di battaglia, per colpire, per menare, per sfasciare, per condurre la guerriglia fra teppisti.

E non sono gli unici: queste spennate aquile laziali non volano nei cieli, ma ristagnano, in buona compagnia, nelle fogne degli stadi di buona parte d’Italia.
Usare quel nome e quell’immagine di Anna Frank  - di cui sicuramente ignorano la storia ed i tormenti - per insultare i romanisti è qualcosa di spregevole di cui dovrebbero vergognarsi a vita, se solo conoscessero il senso del rispetto e della dignità.

 (Alfredo Laurano)

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