giovedì 5 ottobre 2017

PARENTOPOLI CONTINUA

Da tempo sappiamo che in molte istituzioni pubbliche, come, ad esempio enti locali e università, imperversano nepotismo, favoritismo e clientelismo. Spesso, in molte realtà, un terzo degli addetti appartiene alla stessa famiglia, porta lo stesso cognome o è “amico di”, o parente acquisito. O, come vuole, storia, letteratura e tradizione, “lo manda Picone”.
Lo stesso accade nel mare magnum della politica, del potere, dei suoi oliati ingranaggi e delle sue tentacolari emanazioni.

Ancora una volta, un video delle Iene svela il disonore degli onorevoli
Minacce in stile mafioso e molestie, assunzioni fittizie e favori agli amici, un elenco di comportamenti disgustosi e di impunite irregolarità.
Una lunga lista di illegalità e condotte illecite sulle quali ora si attendono accertamenti da parte della Procura di Roma.

A partire dall’assunzione del figlio del Sottosegretario alla Difesa, generale Domenico Rossi, con un contratto a tempo indeterminato, da parte del deputato amico Mario Caruso: entrambi del partito centrista di Democrazia solidale (sarà per questo che son solidali?), di fatto, ex montiani “moralizzatori”, più ex Udc.
Ma l’assunto figlio del generale non viene pagato dal deputato Caruso, per il teorico ruolo di “assistente parlamentare e ufficio stampa”, ma percepisce la retribuzione direttamente dal padre Sottosegretario.
Come se non bastasse, il giovane privilegiato incassa, regolarmente, il compenso, ma sul posto di lavoro non si vede mai: "Papà ha aperto un ufficio vicino casa mia e io sto sempre là”. Non sa che le sue parole, intanto, sono registrate senza censura.

Ma non finisce qui, c’è molto altro ancora.
Altre imbarazzanti anomalie emergono, appunto, dal servizio televisivo delle Iene, grazie alle rivelazioni dell’altra “assistente”, effettiva e reale, del deputato Mario Caruso, siciliano, ignorante e cafone, già vicino alla Destra italiana di Mirko Tremaglia.
Da un anno e mezzo lavora tutti i giorni con lui, senza essere mai pagata. Terminato lo stage gratuito di tre mesi, infatti, Caruso non l'ha mai contrattualizzata, nonostante le ripetute promesse.
Ciò nonostante, per 18 mesi, la giovane ha varcato tutte le mattine l'ingresso della Camera per svolgere le proprie mansioni, con un regolare tesserino nominativo, con tanto di foto.
A tutto ciò, si aggiungono tentativi discreti di molestie sessuali: un invito a cena in zona Prati, condito di avances e sottintesi. Poi gli sms: "Stasera sono a casa da solo, valuta tu cosa fare".
È lei a registrare, di nascosto, la chiacchierata con il figlio desaparecido del generale e a chiedergli perché non c’è mai sul posto di lavoro.
La medesima domanda - sempre con telecamera nascosta - la giovane la rivolgerà direttamente anche al “suo” deputato Caruso.
Con tanto di strafalcioni grammaticali, che rivelano la sua grassa ignoranza, il parlamentare dirà apertamente di aver fatto un favore al sottosegretario che, da buon padre, provvede pure a stipendiare il ragazzo.

Incalzato dal testardo e opprimente inviato delle Iene, che continua imperterrito a chiedergli spiegazioni su quanto emerso e denunciato, il Caruso inferocito, perde le staffe, fioccano le parolacce, i gesti scomposti e le minacce. 
Se la prende con la telecamera puntata su di lui. E infine cede al peggio, all’avvertimento in stile mafioso: "Vai a fanculo o, e se vuoi di più, vienimi a trovare dove io abito sempre... ti faccio vedere io come si ragiona al paese mio".
Intanto, in attesa di sviluppi, il Sottosegretario generale Rossi, ha deciso di lasciare l'incarico di governo.
Ne siamo tutti, veramente, addolorati.
 (Alfredo Laurano)


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