mercoledì 11 gennaio 2017

OH MONDO CRUDEL!

è l'ora dell'addio, forse mai nel circo tornerà quel pagliaccio che aveva sopra al viso una maschera buffa ed il pianto nel suo cuor…” Così cantava Peppino di Capri nel lontano 1962.
Non so se questo nostro mondo avariato e degradato sia, in effetti, più pazzo o più cattivo. Più assurdo, più comico e grottesco, più crudele o stravagante.
Se ciò che accade e ci circonda, oltre ogni possibile perché, abbia un senso o una ragione superiore, metafisica e trascendente, che sfugge alle nostre capacità di analisi e di razionale comprensione. Nonostante la scienza, le scoperte, l’evoluzione, la presunta civiltà, il controllo della natura e la parcellizzazione dell’atomo, del sapere e della coscienza, siamo vittime di un beffardo maleficio, siamo ostaggio dell’imponderabile, dell’imprevedibile, dell’impensabile. 
Poco, o quasi niente, riusciamo a spiegare, quasi più nulla ci sorprende e quasi tutto ci ha cucito addosso un abito corazzato e impermeabile di estraneità, di egoismo e indifferenza.
Abbiamo perso perfino lo stupore! Dei numeri, dei clown, degli acrobati e delle snodate ballerine del grande circo umano delle meraviglie.

A mezzanotte, si inizia un nuovo anno con il countdown di una strage, l’ennesima, in una discoteca a Istanbul, quando l’intera umanità sta stappando milioni di bottiglie e brindando con le bollicine al miglior destino, sullo sfondo scenografico di luci, petardi, canti e fuochi d’artificio. 
Poi, fra un attentato e l’altro, tra un’autobomba in un mercato e una sparatoria in aeroporto, tra un incidente aereo e un barcone affondato di migranti, si consumano, come sempre, come ogni giorno, come ogni ora, tanti drammi e tragedie nel privato, nelle strade, in ogni dove o nelle case di chiunque. 
Anni, tempi, ricorrenze e calendari non c’entrano, non contano e non cambiano le cose, perché che non hanno data, orario o appuntamento.
Sono quei fatti di famiglie, di persone e cittadini, che nello stesso momento in cui avvengono, per apparente caso, perdono subito il connotato umano e diventano solo news, notizie, trafiletti di cronaca o breaking news. Sempre uguali, sempre le stesse, ricorrenti e ripetitive. 
Hieronymus Bosch, Estrazione della pietra della follia. 1480 circa,
Basta sfogliare un giornale o un TG di un mese o un anno prima, per trovare in fotocopia gli stessi accadimenti del giorno, con altri nomi, altri luoghi, altri individui. 
C’è una costante di violenza, di pazzia, di patologico e abominevole, di vizio e imbecillità che si ripete a oltranza, del tutto endemica al genere umano. 

I fatti più recenti? Eccone alcuni, presi ad esempio. 
Lascia il fidanzato e lui le dà fuoco. E’ gravissima una ragazza di ventidue anni di Messina, investita da un getto di benzina infuocata, appena ha aperto la porta al suo ex. 
A Catania, i genitori si separano: la figlia quattordicenne si impicca in casa della madre.
Sempre in Sicilia, ma è solo un caso, violenza sessuale di gruppo su giovane disabile.

A Nola, i pazienti vengono curati a terra in ospedale, come in un campo di prima emergenza, perché non ci sono letti, né barelle. Sono adagiati su coperte e lenzuola stese sul pavimento e medici e paramedici fanno il loro lavoro inginocchiati, con le giacche a vento addosso, perché fa freddo in quei corridoi.
Un’insegnante di Gela strangola le due figlie di sette e nove anni e poi tenta di suicidarsi con la candeggina: "L’ho fatto per salvarle, avevo paura che mio marito me le portasse via. 
A Ostia un padre quarantaduenne lascia il figlio di tre anni in macchina, al gelo della notte, per andare a giocare alle slot machine.
Nella basilica di S. Maria Maggiore, a Roma, un invasato paranoico sfregia due frati con un collo di bottiglia, fra devoti e turisti esterrefatti. 
Quatto giovani idioti romani passeggiano di notte sull’acqua ghiacciata del Fontanone del Gianicolo, e finiscono per fare un bagno a - 4°.
A Volterra, una donna investe volontariamente con l'auto la madre e la zia: arrestata per omicidio: soffrirebbe di manie di persecuzione...

Risse, spaccio, droga, vandalismi, crimini vari e baby gang: c’è qualcuno che ruba pure le coperte e qualche spiccio a un clochard, o il suo cagnetto denutrito e disperato, quando non gli dà fuoco per gioco, per divertimento e per scaldarsi un po’.
Può bastare o vado avanti? 
La cronaca continua e non s’arresta mai. 
Si aggiorna, in automatico, come al televideo o nelle agenzie di stampa. 
Voglio scendere. Insieme a quel pagliaccio che aveva sopra al viso una maschera buffa ed il pianto nel suo cuor.
 (Alfredo Laurano)


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