Anche Giorgia Meloni non ama molto ''Imagine” di John
Lennon: “è l'inno dell'omologazione mondialista, niente religioni, niente
confini. Io credo nell'indentità, senza di essa siamo solo consumatori tutti
uguali delle multinazionali".
Nello studio di 'In Onda', la presidente di Fratelli
d'Italia ha espresso il suo parere in merito alla famosa canzone, apprezzata in
tutto il mondo, già criticata in precedenza dalla parlamentare europea Ceccardi
della Lega, che l'aveva definito un "brano marxista, da non far cantare ai
bambini del suo Comune”.
La lettura in evidente chiave pacifista e la condivisione
del messaggio solidale, umano e universale del brano risultano del tutto
sconosciute a queste due poverette, anche sul piano musicale. Meglio qualche facile
e ridicola canzonetta fascista, che esalti il mito del Duce, dell’Impero e del
Littorio.
Per non essere da meno, si eccita anche la pitonessa Santanchè,
con tutte le sue plastiche al seguito, contro i lunghi applausi tributati al
premier Conte, dopo l'informativa sugli esiti del Consiglio europeo
straordinario di Bruxelles, durante il suo intervento a Palazzo Madama:
"Mi ricordano un film di Fantozzi", squittisce con sciocchissima
ironia e bonaria compassione. "Lasciatemi dire che questo inizio di seduta
mi ha rievocato quel film, 92 minuti di applausi. Noi abbiamo tifato per l’Italia,
noi ci siamo comportati da patrioti, ma qualcuno ha equivocato perché il nostro
giudizio sul governo rimane sempre lo stesso: voi non siete capaci e non sarete
capaci di portare fuori l’Italia da questa crisi”.
Questa esaurita ex lecchina del Caimano ed ora della sorella
Carciofara, ha perpetrato a lungo i fasti di Arcore e del Bunga-bunga, senza
però ricevere alcun applauso o gratificazione, ma solo fischi e pernacchie a
oltranza. Pure Sallusti l’ha ripudiata.
Squallide donne d'Italia, soubrette dell'inconsistenza, del
vuoto e dell’impalpabilità politica e culturale, che si esibiscono nel solito
avanspettacolo da teatrino triste, nelle terre nebbiose e paludose di un
paesetto padano, senza senso e senza storia.
Stanno chiaramente rosicando forte questi cialtroni di una
Destra sguaiata e tamarra, a cominciare dal capitan cazzaro, intenta a recitare
il solito rosario di quotidiane imbecillità e dei misteri di una fede rancida e
stantia.
Si stanno distruggendo il fegato per la rabbia e per l’invidia:
tra i loro banchi dilagano i bruciori di stomaco e di culo, si diffonde la
gastrite atrofica e il reflusso esofageo, ai quali neanche una piantagione di
Maalox darebbe un minimo sollievo.
23 luglio 2020 (Alfredo Laurano)
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