"Non rimettiamoci nelle condizioni di un nuovo
lockdown, i nuovi focolai sono un campanello d’allarme importante, è necessario
che restino contenuti a livello locale. Se non rimanessero così, circoscritti
sui territori, allora dovremmo preoccuparci”, spiega il professore Franco
Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità.
Il virus è cattivo come prima, il virus non molla. Nel
mondo, Stati Uniti, Brasile, Perù, India la situazione è tragica: superati 11
milioni di casi, 524mila morti. In Brasile più di 63mila vittime. Nuovi
lockdown in Australia. Positiva anche la fidanzata del figlio di Trump
In Italia, risalgono i contagi, 235 nuovi positivi in 24
ore. Tornano a salire anche i decessi: 21 i morti – triplicato il numero dei nuovi
contagi nel Lazio: 31 persone infette nell’ultima giornata, 14 sono a Roma.
In Italia, dall’inizio dell’epidemia, almeno 241.419
persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2. Di queste, 34.854 sono decedute.
Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza
sono 14.621. I pazienti ricoverati con sintomi sono 940, di cui 71 in terapia
intensiva.
Fa paura il focolaio veneto importato dalla Serbia e
generato da un imprenditore vicentino di ritorno dal paese balcanico. Il
paziente zero serbo che ha contagiato l'italiano sembra sia deceduto mercoledì.
Una storia assurda, quella dell'italiano che il 25 giugno è
tornato dalla Serbia, dove si era recato per affari, alla casa di Sossano, in
provincia di Vicenza, assieme a dei colleghi. Si sente poco bene ma ci passa
sopra e, anzi, il giorno dopo va al lavoro dove intrattiene contatti con
diverse persone e partecipa anche a una festa di compleanno. Il 28 si sente
peggio e va al pronto soccorso di Noventa Vicentina dove il tampone rivela la
sua positività. All'ospedale di Vicenza gli propongono il ricovero ma lui firma
e rifiuta. Qualche giorno dopo viene letteralmente spinto a ricoverarsi sia
dalle autorità sanitarie che del sindaco del suo paese. Ora è in terapia
intensiva, in gravi condizioni.
L'indice R in Veneto sale a 1,63.
Zaia: "Lunedì ordinanza più severa”. Anche se i numeri
dell'epidemia restano contenuti, il governatore è preoccupato. Chiede misure
più dure per chi rifiuta l'isolamento e le cure: "Non è possibile che
paghino solo mille euro. Va previsto il carcere. Non esiste che un positivo
vada in giro. Io non so a chi fare i complimenti - esordisce in conferenza
stampa il governatore del Veneto Luca Zaia - Sta accadendo quello che vi avevo
preannunciato: siamo passati dal rischio basso al rischio elevato. In Veneto
abbiamo oggi un Rt di 1,63 mentre eravamo a 0,43". Zaia si riferisce al
tasso di contagiosità del coronavirus: al numero medio di persone infettate da
ciascun positivo.
"Se restiamo senza mascherina a fare gli assembramenti
- ha tuonato Zaia in conferenza stampa - e pensiamo che i complottisti abbiano
ragione, stiamo preparando la culla per il neonato. Perché quando tornerà il
virus sarà forte e qui non ce ne sarà più per nessuno". Se continuiamo di
questo passo non domandatevi neanche più se il virus torna in ottobre, perché è
già qui. Ora il caldo probabilmente ci dà una mano ma con le prime brezze
autunnali...".
Il governatore ha spiegato che "siamo in presenza di
gente che sa di essere positiva, che rifiuta ricoveri e tamponi, che fa feste e
va a funerali, che omette di dire in quanti erano in auto, di contatti stretti
che si lamentano perché non vogliono l'isolamento morale. Siamo al rischio
elevato".
Tra le nuove norme, Zaia auspica il trattamento sanitario
obbligatorio per chi rifiuta isolamento e cure: "Noi lunedì presentiamo
una nuova ordinanza per inasprire le regole, ma abbiamo le armi spuntate. Se
fosse per me prevederei la carcerazione. Non esiste che un positivo vada in
giro. Penso che a livello nazionale sia necessario prendere in mano questo
dossier. È fondamentale che ci sia un ricovero coatto, deve esserci un Tso, non
possiamo stare lì a discutere con chi non si vuole farsi curare. Se uno
commette un reato così grande come l'andare ad infettare delle persone e
mettere a rischio la loro vita deve pagare solo una multa di mille euro? Così
andiamo allo schianto".
Andrea Crisanti, microbiologo di Padova e promotore
dell'utilizzo esteso dei tamponi in Veneto se la prende pure con i politici.
"Anche da loro sono arrivati messaggi contraddittori, troppe
rassicurazioni facili da esperti e politici. C’è chi ha fatto credere alle
persone che eravamo fuori pericolo, così in autunno rischiamo. Chi ha
annunciato che il virus è praticamente scomparso è stato smentito. Così ora
molte persone non rispettano i divieti di assembramento, le distanze di
sicurezza e tolgono la mascherina”.
5 luglio 2020
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