Segnatevi questa data sul calendario: 27 luglio, ore 10.30.
Perché quel giorno, alla Sala Capitolare del Senato, andrà
in scena quello che viene pomposamente definito “L’Osservatorio permanente
sulle libertà fondamentali.”
Una sorta di Stati generali del complottismo e del
negazionismo italiano, organizzato da due luminari come Vittorio Sgarbi e
Armando Siri, insieme a Matteo Salvini (chi sennò) e che vedrà sfilare - pur in
mezzo a personaggi meritevoli - in rigoroso ordine di cialtroneria e/o non
credibilità:
Nicola Porro (“Il Covid? Sta diventando una religione”).
Paolo Becchi (“Una seconda ondata blinderà il governo”).
Giulio Tarro (“Le mascherine sono inutili”).
Giuseppe De Donno, quello che aveva amici immaginari e
inventava complotti nei suoi confronti.
Maria Rita Gismondo (“Mi farò un ciondolo a forma di
Coronavirus”).
Matteo Bassetti (“Mortalità bassa, non è un’epidemia”).
Mancano solo Montanari e il generale Pappalardo e poi la
nazionale negazionista è al completo.
Per fortuna all’ultimo istante il professor Guido
Silvestri, che è persona seria, si è reso conto di dove si stava cacciando e ha
rettificato la sua presenza con un post secco e chiaro: “Scusate, non posso
essere associato a certe persone.”
Tutto questo nel cuore del Parlamento italiano.
Il punto più basso (e pericoloso) mai toccato nella storia
recente delle istituzioni repubblicane. (Lorenzo Tosa)
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