venerdì 2 novembre 2018

ELMETTO O CASCHETTO, NON SERVE L’ OMBRELLO /1642


Nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua, esondazioni, piogge intense e battenti, mareggiate, con onde anche di sette metri che sferzano le coste, raffiche di vento a 150 km. l’ora.
L'Italia è destinata a diventare un Paese dal clima tropicale.
Quello che fino a oggi poteva sembrare un’impressione è invece, secondo gli esperti, realtà: i confini dei Tropici – e con essi le rotte degli uragani – si stanno avvicinando, spostandosi verso i Poli e di conseguenza verso il Belpaese, con tutti i danni che ne conseguono. Il rialzo delle temperature porta a più vapore in circolazione e quindi può generare un aumento delle precipitazioni. La pioggia cade violenta e abbondante in pochissimo tempo, i bacini idrologici si ingrossano e arriva l’inondazione. Il problema è che è difficile prevedere il punto esatto in cui il temporale colpirà.
Non è un caso insomma se negli ultimi dieci anni, sempre più, in Italia abbiamo assistito a una serie di eventi estremi quali improvvise piogge torrenziali, tipiche delle latitudini tropicali, a intervallare periodi di caldo torrido, con temperature sopra la media.
I Tropici insomma arriveranno a inglobare l’Italia, mentre l’Inghilterra potrà dire addio alla caratteristica e fastidiosa pioggerellina, in quanto presto beneficerà del clima caldo soleggiato che, almeno fino a poco tempo fa, baciava Roma.

L'ondata di maltempo che ha investito il nostro Paese, in questi giorni, ha provocato 12 vittime, tantissimi feriti e danni in molte regioni italiane: migliaia le auto distrutte o schiacciate come noci, le strade interrotte o franate (Portofino è isolata), i torrenti esondati, le alluvioni, gli smottamenti e gli allagamenti che hanno mandato in tilt il trasporto pubblico, dalle metropolitane alle linee dei tram e degli autobus.

Caos e strage di alberi a Roma, tronchi schiantati ovunque.
Almeno cinquecento gli interventi in molte zone della Capitale, circolazione praticamente bloccata e buche che continuano ad aprirsi sull’asfalto. Ma anche tegole pericolanti, lastre, persiane, vasi e cartelloni che volano dappertutto.
Interrotte e poi ripristinate la Roma-Lido, le metro A e B. Chiusi cimiteri, le ville storiche e il parco del Colosseo, nonché le scuole di ogni ordine e grado.
Tra i feriti, non gravi, un pompiere e un ragazzo colpito da un albero mentre era in motorino.
Una vera e propria emergenza con centinaia di telefonate ai vigili del fuoco e polizia locale. La preoccupazione più grande per i cittadini romani, ancora una volta, è la scarsa manutenzione delle alberature: a Roma, ormai, si ha paura di andare nei parchi o di passare sulle strade alberate della città, con il rischio di vedersi crollare un platano sulla testa: bastano due gocce di pioggia e un alito di vento per far crollare alberi al suolo. Usciremo tutti con in testa il caschetto da cantiere o con l’elmetto da corazziere in acciaio vero, anche se inutile sotto un alberello di quaranta metri.
“Lì sotto l'arberi de Lungotevere le coppie fileno li baci scrocchieno...si nun sei pratico de regge moccoli pè Lungotevere nun ce passà!” Chissà cosa canterebbe oggi Gabriella Ferri, che tanto amava questa città.

Ho fatto un giro, ieri, nel mio quartiere Prati-Trionfale-Delle Vittorie - ma lo stesso è più o meno in tutta la città (basti vedere fotografie e video pubblicati in ogni sito o sulla stampa) - e ho visto alberi, tronchi, rami e cespugli dappertutto, ad ogni angolo di strada o sotto i palazzi, come se si fosse verificata una auto-potatura spontanea o un suicidio collettivo di piante malate o stanche di sopravvivere ai veleni del traffico e dell’incuria.
31 ottobre 2018 (Alfredo Laurano)

Nessun commento:

Posta un commento