mercoledì 21 novembre 2018

GLI ETERNI INCONTENTABILI

Qualcuno ricorda la terribile famiglia degli “incontentabili” che in ogni negozio non trovava mai niente di abbastanza buono da comprare, dopo aver messo a soqquadro ogni cosa e ridotto all’isteria il malcapitato commesso?
Sono un po' come quelli del carosello Ignis del 1975.

Abbattere le ville abusive dei Casamonica, per molti, è il classico teatrino, per il popolo, la stampa e le TV, un’azione di facciata, una tipica arma di distrazione di massa, che aiuta a mantenere o aumentare i consensi del governo. E' un’operazione costosa e forse inutile (tanta polizia, ruspe e mezzi vari) che poteva essere rimandata, per dare priorità alla pulizia, all buche, al miglioramento dei servizi e ai tanti problemi di Roma capitale.
E allora, evviva il benaltrismo, l'altro sport preferito dagli italiani, dai tuttologi da social, dai detrattori di mestiere, dai sacerdoti del sofisma alla riscossa e dai criticoni a prescindere: eccepire sempre, obiettare, pregiudicare, ridire su tutto e tutti, stroncare e biasimare, pur di infangare, screditare, squalificare, sputtanare chiunque, stellato, crociato o a pallini.
Che inebriante soddisfazione!

Per costoro, gli incontentabili di nobile lignaggio, studiati come fenomeno sociale dall’antropologia, c'è sempre BEN ALTRO da fare, di più importante, di più utile, di più urgente. Per cui, alla fine, non si fa niente.
Quelle villette erano simbolo di illegalità e impunità e da decenni il Comune di Roma le aveva, casualmente, dimenticate.
Ricordate lo scandaloso funerale del boss Casamonica di tre anni fa?
Un'altra incredibile manifestazione muscolare di prepotente strapotere malavitoso, impunito e tollerato.
Queste sono le ruspe che i cittadini apprezzano. (Alfredo Laurano)



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