domenica 18 novembre 2018

LE MADAMIN DEL BICERIN


Non bastava la manifestazione di Torino di una settimana fa, a favore del TAV, guidata e organizzata da sette madamin della buona borghesia cittadina, annoiate e stanche. Stanche di giocare a Burraco, del tè con i biscottini delle cinque, dello shopping quotidiano e compulsivo, dei pizzi e dei merletti, per dispiegare la loro fantasia.
Perché, si sono forse chieste, non scendere in piazza, come fanno gli arrabbiati di ogni categoria e godersi qualche momento di celebrità, qualche titolo sui giornali e qualche invito ai talk della TV?
Ma come?
Non con una generica protesta ambientalista, un banale lamento animalista o uno stantio mugugno anti violenza vetero-femminista: serviva un pretesto serio e credibile, un’occasione di interesse mediatico, nazionale e coinvolgente.
Allora perché non manifestare in favore della costruzione del TAV, il discusso progetto di una nuova linea ferroviaria Torino - Lione, che da vent’anni divide gli italiani, e contro la sindaca Appendino? 
Perché non invocare e sostenere quest’ opera inutile e mafiosa da venti miliardi di euro di denaro pubblico, come il Mose di Venezia, altro capolavoro demenziale che sta marcendo prima di essere finito?
E allora tutte e tutti in piazza Castello, senza partiti, senza bandiere formali e mandanti ufficiali. E senza, nemmeno sapere perché.
A Otto e mezzo, dalla fatina Gruber, una delle magnifiche sette ha confessato bellamente di ignorare tutto delle problematiche tecniche e ambientali della linea TAV. Ha detto infatti: “posso assolutamente dire che non siamo, né io né le altre organizzatrici, competenti per poter entrare nel merito degli aspetti tecnici e ambientali dell’opera”.
Ma cos’è una farsa o un esercizio di compromesso fra comicità, ignoranza e gigantesca presa per il culo di tutti gli italiani in buona fede?

Vista l'inconsistenza tecnica e l’accertata incompetenza di queste rivoluzionarie madamin del bicerin alla riscossa e dei loro seguaci scovati nella muta casta dei privilegiati, è lecito pensare che siano una specie di derivato edulcorato di un sotto prodotto avariato e scaduto del berlusconismo di ritorno, o di ciò che purtroppo ne resta, ed anche del complice renzismo che ha sepolto disinvoltamente la Sinistra. 
Solo slogan, cartelli, striscioni “Sì TAV”, gridati ed esposti da venti-trentamila persone, in prevalenza pensionati ed anziani illuminati, segnati e presi dal sacro fuoco della iper-tecnologia del binario felice. La maggior parte di costoro non sa che tutto questo riguarda il trasporto delle merci e non delle persone.

E, comunque, a questa inattesa prova coreografica di piazza, serviva un rinforzino per riconoscerle un po’ di spessore e credibilità: glielo hanno prontamente fornito, appunto, quelli della brigata Berlusconi. Militanti, consiglieri regionali, parlamentari (Tajani, Galliani e Gelmini) e qualche centinaio di sfigati manifestanti che - allo stonato canto di “menomale che Silvio ancora c’è” - si sono radunati ieri in piazza Palazzo di Città per sostenere il movimento Sì Tav di Forza Italia.
E' stato letto anche l’immancabile messaggio dell’ex Cavaliere: "La battaglia per la Tav è importantissima, perché si tratta di una infrastruttura decisiva per il futuro del Piemonte e delle altre regioni del nord. Ma è ancora più importante perché è una battaglia simbolica che vede contrapposte due visioni opposte dell'economia e della società".

Che belle parole, che acuta sensibilità sociale, che attenzione alle necessità della nazione!
Ma si, devastiamo la Val di Susa, buchiamo le montagne, cementifichiamo il verde.
E’ tutto così vitale per il futuro del Paese, per salvare il territorio, per risanarlo, per metterlo in sicurezza, sia dal punto di vista idrogeologico, che da quello sismico.
Crolli, disastri, alluvioni, allagamenti, esondazioni sono all’ordine del giorno ogni volta che in Italia piove. Ambienti, habitat e paesaggi sono distrutti a causa della mancata manutenzione e dell’abusivismo.
Dovremmo ricorrere, in verità, all’altissima velocità, come metodo e scelta politica, per tutelare, risanare e valorizzare questo povero Paese che cade a pezzi per l’incuria e il menefreghismo e dove si muore sotto un albero, sotto una frana annunciata, in un sottopasso o dentro casa, solo perché c’è un temporale e cattivo tempo.
La vera, utile e grande priorità sarebbe tutelare gli italiani e il nostro patrimonio naturale e culturale.
Altro che TAV! Un’opera fuori tempo, che serve solo a chi la costruisce, speculando. (Alfredo Laurano)


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