sabato 4 febbraio 2017

IL BALCONE

Un atto di generosità futura in divenire, un singolare tentativo di corruzione in fieri, legato alla precarietà della vita, senza esserci un apparente straccio di legame parentale o sentimentale.
Certo, sta storia della polizza ha dell’incredibile, oltre che essere comica e surreale.
E’ come se Romeo, quello dei Montecchi, avesse stipulato e, pare, non detto alla sua vagheggiata ma eterea Giulietta, quella dei Capuleti, un’assicurazione sulla vita, sulla sua propria vita a rischio: “questa polizza di trentamila scudi l’ho fatta per te, luce degli occhi miei, nel caso i tuoi parenti dovessero ammazzarmi.” Anche se la sua ricca famiglia non ne avesse affatto bisogno.

E’ come se la Giulietta veronese, che a Roma, sette secoli dopo, si chiama Virginia e fa di mestiere il sindaco, forse a sua insaputa, dovesse metterci la faccia, rovinarsi la reputazione politica e personale, premiare il folle stipulatore, previdente e riservato, con un ottimo reincarico (sei mesi dopo) e un cospicuo aumento di stipendio.
Sempre nella segreta speranza che schiatti al più presto!
Magari scivolando dai tetti del Campidoglio, dove a volte consumavano un panino nella pausa pranzo, magari con una lieve spintarella o un casuale contatto ravvicinato. Sempre che Giulietta-Virginia ne fosse consapevole!

E se precipitasse prima lei da quel balcone affacciato sul più bel panorama del mondo?
Forse siamo oltre l’etica, l’estetica e la ragione. Stiamo superando la realtà sensibile per entrare nella dimensione del sogno e della fantasia.
Ma che senso ha?
Insomma, come bell’esempio di sistema corruttivo sui generis, non c’è che dire!
(Alfredo Laurano)


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