giovedì 23 febbraio 2017

CIAO DITTA!

Mentre il partito si dilania e si consuma, tra accuse, faide, pianti, traumi e mediazioni, in un decorso ormai segnato da scissioni o fuorusciti, Matteo Renzi, ex segretario, imbottito di massicce dosi di egoismo e irresponsabilità, invece, non partecipa all'assise e se ne va negli Usa, “per imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell'innovazione". Di date, congresso, primarie ed elezioni non gliene frega niente, lui è già in campagna elettorale.

Intanto, mentre Bersani, D’Alema, Rossi e Speranza hanno anch’essi le valigie in mano, lo “zio” Michele Emiliano, si scinde da se stesso, ci ripensa, rimane in ditta e si candida a Segretario, contro la posizione dominante del premier dimissionario.
Ma prima di imbarcarsi sul volo, il rottamatore che voleva traghettare il Pd oltre le secche dell’ideologia - ma dice di essere di sinistra, anche se non canta “Bandiera rossa”: “ancora, nessuno ha il copyright della parola sinistra” - cerca di compattare i suoi e attacca nella sua pagina di e-news la minoranza interna del suo partito: “ha diritto di sconfiggermi, non di eliminarmi. Se è vero che la parola scissione è una delle più brutte del vocabolario politico, ancora più brutta è la parola ricatto".

Ma sta di fatto che la Sinistra deve essere ripensata, rifondata e ricostituita e che lui non la rappresenta e non l'ha mai rappresentata.
Non ricorda che da quando si è impossessato del suo partito ha cominciato ad usare un linguaggio violento, comico e teatrale (che ha fatto la fortuna di Crozza)? Che si è comportato da despota, zittendo, mortificando e ridicolizzando minoranze e opposizioni interne? Che ha scardinato l'idea di Sinistra - alla cui storia e cultura è del tutto estraneo - riducendo quel partito, già erede dei grandi del PCI, a un eterogeneo contenitore di parole, di correnti, di inciuci e di poltrone e ad una ridicola controfigura della vecchia DC o di Forza Italia?
Ha detto che va negli Usa ad imparare. E forse anche a consolidare le sue qualità che condivide con Donald Trump: arroganza, superbia, supponenza, strafottenza e falsità.

La Ditta è da tempo in crisi e oggi si frattura. Molti salutano e lasciano l’agone, Bersani è triste e assai deluso.
Ma in quale delle tante isole del tempestoso mar del nuovo socialismo approderanno?
La gente aspetta e sogna una grande Sinistra che non c’è, se non nelle migliori intenzioni, nei vaghi progetti e tentativi (Fratoianni, Civati, Landini, Fassina, Pisapia).
La gente la vuole e l’aspetta, ricca di proposte e contenuti, ma non accetterà un altro sottocosto a perdere o l’ennesima giostrina identitaria e populista, condannata all’irrilevanza.
22 febbraio 2017 (Alfredo Laurano)


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