lunedì 6 febbraio 2017

IL RUGGITO DEI CAVALLI

E’ la nobile arte dello spettacolo che diverte e che coinvolge e che fa pure pensare.
Te vojo di’ che ‘na risata aiuta a vivere, nun se pò sta tutta la vita a baccajà”.
Sulla pista palcoscenico del Verdi di Montecatini, son tornati a correre cavalli di purissima razza, allevati, custoditi e cavalcati nella scuderia dell’arte e del teatro, da un unico, epico Gigi Proietti.
Da quel prezioso maneggio, che si ammanta di un vasto  repertorio popolare, canoro, mimico, drammaturgico, parodistico, comico, poetico e multiculturale, “Cavalli di Battaglia” ha sancito il ritorno in televisione di Gigi Proietti, accompagnato da una puntuale orchestra, dal corpo di ballo e da grandi ospiti del panorama artistico italiano.
Piovani, Baglioni, Venditti, Guzzanti, Dandini, Arbore, Laurito, Teocoli, Marcorè, Guaccero e i suoi figliocci Brignano, Cirilli e Laganà e tanti altri, che hanno aggiunto spessore e qualità a uno show, tutto suo e a tutto campo, che lo ha visto esibirsi in quattro straordinarie serate senza tempo (oltre tre ore e mezzo ciascuna), confrontarsi e duettare con tanti amici e colleghi dello spettacolo, raccontare e rievocare storie e mitici personaggi del passato. Un fantastico mix di comicità e intelligenza, di musica, teatro ed operetta, di nostalgie senza tempo, né retorica.
Tutti gli hanno reso omaggio, come peraltro il pubblico in sala e quello numerosissimo davanti alla TV. Ne hanno sottolineato l’abilità, la capacità, la facilità comunicativa e la straordinaria disinvoltura in tutte le sue interpretazioni.
Tutti si sono inchinati alla sua bravura, gli hanno riconosciuto prestigio, superiorità e sovranità artistica.
Monologhi e canzoni, battute e barzellette, sorrisi e ammiccamenti e una serie infinita di pezzi di bravura ineccepibili, con padronanza assoluta della scena e della tecnica e una buona dose di virtuosismo lo hanno consacrato e collocato, ove ce ne fosse ancora bisogno, nell’Olimpo della genialità.

Cinquant’anni di carriera che sembra appena cominciata, cinquant’anni di emozioni, di pensieri, di varietà e divertimento puro, scaturiti da una straordinaria forza espressiva e da una naturale mimica facciale, da momenti di pianto e di riso, da sguardi, da gesti e movimenti: dal conte Duval a Toto e la sauna, da Gastone a Pietro Ammicca, dal Barcarolo al Fattaccio del vicolo del Moro.
C’è da stupirsi, oltretutto, che a 76 anni conservi ancora i suoi tanti testi a memoria! Forse perché, come ha detto, lui non invecchia…ma si antichizza!
Amato, carismatico e coinvolgente, dialoga col pubblico, che lo asseconda e lo segue in estasi, come si fa con un vecchio amico.
Senza liti e senza urla, senza mai volgarità o esibizioni scontate e banali, l’istrionico guitto della romanità ci ha restituito la dignità dell'intrattenimento e il privilegio di ascoltarlo, di vederlo e dell'essere suoi spettatori.
Ci ha ricordato davvero cosa siano il talento, l'arte, la qualità, la maestria.
Ci ha regalato momenti di felicità e commozione, ci ha ipnotizzato con la sua magia.
 (Alfredo Laurano)


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