martedì 19 luglio 2016

UNA SCURE A MEZZA LUNA

La mannaia del sultano, prepotentemente risorto grazie al golpe, non tarda ad abbattersi sui "traditori": golpisti, gulenisti, magistrati, giornalisti, intellettuali. Chi non si consegna, viene scovato e portato via in manette, sotto l’occhio delle telecamere.
 "Ci sono circa 6 mila arresti", ha detto il ministro della Giustizia,  e "ce ne saranno altri 6 mila. Continuiamo a fare pulizia, elimineremo il virus da tutte le istituzioni pubbliche" ".
Sta per cominciare una nuova era nel Paese della mezza luna: altro giro di vite, altra repressione del dissenso, controllo di internet, destituzioni, accentramento del potere, annientamento dell'opposizione. Tutto in nome dell' emergenza e per la sicurezza.

Purghe ed epurazioni, quindi, mentre già si profila, all’orizzonte la Repubblica presidenziale - che Erdogan sogna da tempo - e  la cui carta sta per giocare.
Una riforma per legittimare gli ampi poteri di cui già dispone ed esercita, ma di cui non è costituzionalmente investito. Ora può ottenerla, ce l’ha a portata di mano.
Gli basta indire un referendum e il Paese, prima riluttante,  esaudirà la sua ambizioni. Pena di morte compresa.
Come si legge e si osserva nei vari forum sulla stampa e su internet, quasi il mondo intero ha tifato contro Erdogan e, forse per la prima volta, in molti abbiamo approvato un golpe militare.
Come si può simpatizzare per chi uccide donne e bambini curdi, per chi appoggia l'Isis in cambio del petrolio ed è alleato dell'Arabia Saudita (lo stato più canaglia del mondo), per chi consente un regime carcerario fra i più disumani del pianeta. Per chi ha ricevuto un finanziamento del fondo europeo da 3 miliardi di euro per i bisogni immediati dei profughi siriani in Turchia, in cambio della promessa  di bloccare il flusso verso l'Europa. E che lo fa, sparando loro a vista.

L'esercito turco, da sempre guardiano della democrazia laica voluta da Kemal Ataturk  -padre della  Turchia moderna, che laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il suffragio universale e depenalizzò l'omosessualità - è ora sfiduciato e decimato, cosa succederà?
Sarà ancora garantita la continuità di quelle riforme kemaliste che assicurano la natura  repubblicana e democratica delle Istituzioni?
Si potranno evitare derive autoritarie e la restaurazione da Nouveau Régime, con ricadute di matrice islamica, in un altro stato "coranico" a due passi da casa nostra, e con quella forza militare?

18 luglio 2016 (Alfredo Laurano)

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