mercoledì 6 luglio 2016

ROTTAMATO ANCHE IL MERCATO

Aveva di recente detto: "La Rai può licenziarmi, il Pd no".
E, infatti, il povero Massimo Giannini e il suo “antico mercato di Ballarò” - quattordici edizioni, le ultime due a lui affidate - è stato chiuso dalla nuova direttora di Raitre, Daria Bignardi, in un attacco, mirato e strategico, da sua “invasione barbarica”, condivisa dal direttore generale Campo Dall’Orto. 
Mai che venga messa in discussione -  chissà perché - la Porta bianca e salottiera di Bruno Vespa: il più antico monumento alla sacra istituzionalità della rete pubblica! Una guida morale, una specie di mediatico vangelo che educa con le sue parabole e annuncia il verbo del controllo e del comando.

Dopo l’addio di Floris e l’arrivo di Giannini come conduttore, il “mercato” di Ballarò - con il suo miscuglio di voci, rumori, odori e colori, ha smontato ieri, definitivamente, i banchi, in compagnia di Travaglio, di Mieli, di Sgarbi e di un mitico e provato Gino Strada. Nella prossima stagione, arriverà, pare, Gianluca Semprini da Sky TG24, per condurre una nuova “rivoluzionaria” trasmissione.
Era inevitabile che Giannini, persona seria e preparata, spesso  criticato per il suo eccessivo garbo, per gli ascolti non eccezionali - mandato in onda, va ricordato, sempre contro “Di martedi” di Floris su La 7 (una vera o premeditata collocazione suicida, all’interno di un allucinante palinsesto) - e oggetto di attacchi da parte di Renzi e del Pd, volesse levarsi qualche sassolino al termine della sua esperienza.
Dopo un rvm con il meglio dei due anni del suo Ballarò, davanti a tutta la redazione di giornalisti e inviati - che ha ringraziato con voce quasi rotta dall'emozione insieme alla regia e ai tecnici e alla Rai - ha salutato così:
“Siamo stati rottamati anche noi.
Due anni entusiasmanti, abbiamo fatto scelte giuste e scelte sbagliate. Ma siamo stati di parte, sempre dalla parte del pubblico che ci ha seguito e non del palazzo.
Siamo stati onesti e abbiamo dato fastidio. Abbiamo pagato qualche prezzo e provato a fare informazione libera, anche all'interno del servizio pubblico, dove spesso la politica cerca di allungare le mani.
Ho voluto tutti qui, perché in questi tempi di liberismo dell'auditel, ci si dimentica che dietro i numeri, dietro le partite iva ci sono loro, delle persone. Grazie a voi e a tutti loro.”

Nulla da aggiungere se non che, ancora una volta, vince il potere, vince chi può permettersi, per definizione, per ruolo e per diritto , di decidere il successo o la caduta di qualcuno o di punirlo per scarsa sudditanza. Di esaltare chi è utile alla causa o di purgare il guastatore, con la consueta protervia del potestà e dell’arbitrio.
Proprio, come si faceva ai tempi di Berlusconi  (appena uscito dall’ospedale, auguri), con proclami e rimozioni, a reti quasi unificate.
(Alfredo Laurano)


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