lunedì 11 luglio 2016

MATADOR

E i tori cominciano a correre. E corrono più veloci dei tremila bipedi umani che vogliono con essi competere, ognuno con la propria giornaliera overdose di adrenalina.
Ma la corsa non è un gioco, è una recita per molti emozionante. E’ anche una sfida per la gloria, per il business, per la tradizione e per la vita. E, a mio avviso, per la stupidità.
Sport, arte nobile, folclore, mito o tradizione popolare? 
O spettacolo di esibizionismo, orribile, pittoresco e sanguinario?
La violenza sugli animali, ancor più se istituzionalizzata, aggrava ed esalta i comportamenti aggressivi dell’uomo e la tendenza alla crudeltà nei confronti di umani e non umani.

A Pedreguer, vicino Valencia, un ventottenne ha perso la vita durante una "vaquilla", una sorta di gara con giovani tori nella quale è tradizione che gli uomini dimostrino il loro coraggio sfidando le corna degli animali. Il giovane è stato colpito da una cornata a un polmone.
Un giovane e quotato torero è morto - in diretta TV - durante una corrida in Aragona,  incornato al torace da un toro di oltre 500 chili nell'arena di Teruel.
 Due persone sono rimaste ferite alla festa di San Firmino a Pamplona, nelle corse con i tori che per i nove giorni della "fiesta"- tanto cara ad Hemingway - si svolgono lungo le stradine della città e che attirano ogni anno migliaia di turisti. Molti sono entusiasti, eccitati, ma osservano tutto, in sicurezza, dai balconi.

Altre dodici persone hanno riportato danni lievi in questa festa, tra le più controverse e famose dell’intera Spagna, che continuerà fino al  14 luglio, mescolando cerimonie religiose con quelle profane, iniziative pubbliche con il clamore popolare. 
Tra fiumi di cibo, vino e sofferenze di animali umiliati, strapazzati, impazziti e torturati da una folla di esaltati, c’è chi vive questa violenza atroce, senza nemmeno rendersene conto, in nome di una barbara tradizione. E c’è pure l’idiota chi si fa un selfie, sicuramente mosso, inseguito da uno sbuffante toro.

Come non provare rabbia e ripugnanza?
Le tradizioni nascono e sono importanti nella storia dei popoli. Vanno difese e tutelate, ma possono anche morire quando sono stupide, o quando mettono a rischio la salute e la vita di persone ed animali, distinguendole da quelle che hanno valore culturale, di costume e di testimonianza e che non nuocciono ad alcuno. Altrimenti, avremmo ancora i combattimenti al Colosseo.
Tutto questo si chiama civiltà.

(Alfredo Laurano)


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