mercoledì 27 luglio 2016

INUTILI COCCARDE

Ora basta, non se ne può più!
La Sinistra non è semplicemente un brand, un marchio, una firma in ciclostile, come qualcuno afferma, con sospetta determinazione e tracotanza, forse per accattivarsi le simpatie di un potere trasversale, che conta e che decide.
Anche questa è ormai una moda che dilaga sul web, sui social, nei media, nei talk: tutti, o quasi, ci vogliono convincere che con esistono più Destra e Sinistra, che è finita e archiviata l’era dell’idealismo e delle battaglie utopico-sentimentali per le idee: roba da nostalgici antiquati, da parrucconi giacobini, da depressi e delusi sessantottini. Roba da soffitta, datata, superata e anacronistica. Roba scaduta e ammuffita, come uno yogurt andato a male.
Troppo facile e troppo comodo dichiararlo e lanciarlo come un sasso nella torbida palude del qualunquismo e dello straripante populismo.

I nuovi profeti dell’utilitarismo pretendono di liquidare fondamentali capitoli di Storia umana, con sentenze apodittiche, con disinvoltura e con colpevole sufficienza. E, in questa fase, fanno facilmente presa sulla collettività, senza peraltro generare nulla di costruttivo e significativo.
Come se le idee e i valori  possano essere dimenticati, repressi, ignorati, derisi e calpestati. Come se l'eredità storico-politica, le idee e gli uomini possano essere rottamati, al pari delle macchine, in nome di una necessaria palingenesi sociale e antropologica.
Come se la tracce, il senso, il significato che la vicenda umana lascia nel suo divenire, comprese le speranze, le battaglie e le esperienze, non avessero un incisivo peso nel legame tra le generazioni e le comunità. Rappresentano la trasmissione della conoscenza e del sapere.
Non si può cancellare tutto questo con un tratto di penna, di gomma o con un click, solo per compiacere e giustificare le proprie ambizioni, la propria immoralità, il proprio egoismo.
Quelle idee, quei valori si rinnovano nelle coscienze e non muoiono mai.
Finiscono con noi, ma rimangono nella storia dei luoghi e delle genti, come riferimenti culturali e formativi, a disposizione di chi li coltiva e li raccoglie.
E diventano ideali, che non sono coccarde da appuntare sul petto o parolacce da trivio, ma l’anima collettiva dei popoli.

E’ vero che non si può essere di destra o di sinistra come lo si era nel secolo scorso, ma non è affatto vero - errore ancor più grave per quei qualunquisti della domenica o per quei populisti del bar dello sport - pensare che non esistano Destra e Sinistra, come categorie di riferimento.
Le  idee socialiste che per decenni hanno disegnato e contrapposto la nostra società - oggi fagocitata dall’individualismo e dal contagioso vento razzista e neo-fascista - non sono sparite o si sono estinte, solo perché prevale uno spietato livello di ingiustizia, di diseguaglianza e di intolleranza, o solo perché il mondo è dominato dalla precarietà e dalla paura.
Anche se per quei ferventi rottamatori in malafede, animati da libido compulsiva di semplificazione acuta indotta dal pragmatismo liberista, Destra e Sinistra non esistono più nella geografia politica, resta una visione del mondo e dell'umanità che fa una certa differenza e non supera quelle contrapposizioni, anche nell'attualità. E questo a prescindere dalle etichette, dalle bandierine e dall’aggiornamento post ideologico di chi prefigura una società asettica, fondata sull’individualismo e sul menefreghismo.

Le nostre reazioni, le nostre scelte e i nostri comportamenti, privati e collettivi, sono dettati da ciò che percepiamo e interpretiamo, dal nostro patrimonio genetico e culturale e da quel che abbiamo nella testa e tramandiamo: cioè idee e valori come solidarietà, giustizia sociale, onestà, uguaglianza, rispetto e tolleranza, da una parte, o, in alternativa, da violenza, intolleranza, discriminazione e sfruttamento, dall’altra. Tutto ben oltre la simbologia e l’ufficialità formale dei partiti.
Anche se quella società conflittuale, in cui nuotavano le spinte ideali del social-comunismo, è cambiata e andata in crisi per effetto di nuove pressanti realtà, come migrazioni, guerre e terrorismo, non è finita la missione storica della Sinistra: quella di essere giustizia sociale, equità, opportunità, diritti,  ancorata nella società reale e nei bisogni della gente.
Con buona pace di tutti i mestatori, i guitti, i cortigiani e i politicanti accattoni, che si affacciano alla moderna ribalta futurista, ricca solo di egoismo, corruzione e disvalori.
 24 luglio 2016 (Alfredo Laurano)


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