venerdì 3 aprile 2015

SOPRAMMOBILI


Storico, analista, politologo, esperto di problemi e sistemi politici, Jovanotti, la popstar che tanto piace ai giovani rampanti, sta diventando il cantore di Matteo Renzi, un po’ ideologo, un po’ interprete e divulgatore. Come l’Apicella berlusconiano. E, ovviamente, non ama gli anti-renziani.
Di Salvini non condivide nulla "E’ agli antipodi. Non mi piace il suo orizzonte, il mio è la società multiculturale, che procura problemi che vanno risolti. A me piace l'Europa, la moneta unica.”
Landini, invece, lo etichetta semplicemente come "reazionario", perché la sua idea di sinistra non funziona più, è superata.
Dall’alto della sua lunga esperienza di fabbrica e di piazze canterine - dove ha costruito le sue fortune e le sue esperienze alla catena di montaggio (degli album e dei suoi brani) - il menestrello Cherubini si permette di bocciare senza dubbi le iniziative vetero-proletarie di Landini e la sua idea della politica.
Europeista convinto e sostenitore dell’euro, rappresenta forse una generazione ideologicamente un po’ confusa che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa (per dirla con parole sue).

L’altro maitre à penser, il rapper Pop-Hoolista Fedez che esterna senza filtri o giri di parole, non ama Matteo Renzi. Un presidente del consiglio la cui campagna elettorale è stata finanziata dalle grandi lobbies, non può che fare gli interessi delle grandi lobbies. Ma aggiunge che Renzi e Landini sono la vecchia politica, non rappresentano la modernità.

E lui, il traghettatore, il rottamatore che sta salvando il Paese cosa dice?
Dice che Salvini e Landini sono due fenomeni televisivi la cui idea politica non ha attinenza con la realtà e produce personaggi che sono solamente soprammobili da talk tv. 
“La coalizione di Landini non rappresenta il futuro della sinistra e non rappresenta neanche il suo passato, il tentativo di intestarsi una tradizione che non appartiene a quel mondo sarà respinto dalla realtà.”

Lo afferma proprio lui che vive e convive in TV da oltre un anno, a reti quasi unificate come Berlusconi dei tempi migliori, e che pone sullo stesso piano due soggetti politici che nulla hanno in comune, se non la desinenza del cognome, e che predicano idee e programmi antitetici: l’intolleranza contro la solidarietà, l’esclusione contro l’integrazione, l’emarginazione il contro il dialogo e i diritti.
Per non dire poi che, sulla carta, ma solo sulla carta, il saldatore della Fiom dovrebbe appartenere alla sua stessa area storico-politica di riferimento.
O dovrebbe appartenerci lui, nel libro immaginario delle favole moderne.

2 aprile 2015            (Alfredo Laurano)

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