lunedì 27 aprile 2015

ERA D’APRILE

Settant’anni dalla Liberazione: è la prima volta che Rai Uno festeggia la ricorrenza.
Ieri sera, in diretta dalla piazza del Quirinale, è andato in onda lo speciale “Viva il 25 aprile”. Perché le vere feste si fanno in piazza.
Anche se quelli de “il Giornale” ironizzano scioccamente che “Raiuno si traveste da Raitre o, se preferite, Raitre trasloca su Raiuno, perché che il momento è solenne, bisogna ammetterlo. La celebrazione è “officiata” da Fabio Fazio: una grande serata a rischio retorica”.
Ma sono rimasti delusi, non è andata così.

E’ stata una vera festa popolare, un quaderno elementare e asciutto di ricordi che da personali diventano collettivi, un articolato racconto per dire grazie a chi ha combattuto e ci ha liberato e l’occasione per riparlare di tante persone sconosciute alle pagine di Storia: la Resistenza fu un fenomeno soprattutto di popolo che si manifestò in varie forme, dalla lotta armata, alla resistenza passiva di molti civili che non accettarono l’occupazione tedesca.
La possibile retorica, con buona pace degli spiritosi “giornalivendoli” è stata sormontata dall’emozione vera, dalla autentica commozione
Storie di eccidi e di sacrifici, documenti, letture, testimonianze, canti, ricordi dolorosi: alla luce della ritrovata libertà, si sono ripercorse simbolicamente alcune tappe della tragedia italiana. Ma ce ne sarebbero tante, troppe altre.

Marco Paolini da Sant’Anna di Stazzema ha rievocato con toccante partecipazione l’orribile strage di quegli innocenti. Roberto Saviano da Montecassino ha ricordato gli eroici combattenti polacchi. 
E ancora, Margherita Bui, De Sica, Beppe Fiorello, Toni Servillo, la staffetta partigiana Teresa Vergalli e tanti altri attori che hanno omaggiato alcune targhe, spesso trascurate, che commemorano i caduti della Resistenza. Sul palco anche Francesco De Gregori, Ligabue e Carmen Consoli.

Finalmente, una bella serata da servizio pubblico, ricca di temi significativi e di momenti di riflessione. Dove la cruda realtà dei fatti e dei sentimenti non può e non deve lasciare spazio a fantasie e a vili speculazioni.
26 aprile   (Alfredo Laurano)


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