giovedì 9 aprile 2015

POLIZIA RAZZISTA

Cominciano ad essere troppi i casi di uomini di colore, disarmati, uccisi dagli agenti di polizia negli Stati Uniti. Lo stesso Barack Obama ha ricordato che: "Ferguson non è un caso isolato."
A North Charleston, in South Carolina, l'agente Michael Thomas Slager ha ucciso Walter L. Scott, 50 anni, dopo un diverbio per una violazione stradale: l’aveva fermato alla guida di una Mercedes perché aveva un fanalino rotto.
Stavolta, l’omicida non poteva non essere incriminato - come accaduto in precedenti, analoghi casi, anche di recente, perché ad incastrarlo c’è un video, registrato con un telefonino da un passante.
M. T. Slager, lo sparatore
Il poliziotto aveva dichiarato di aver reagito perché temeva per la sua stessa incolumità e, quindi, per legittima difesa, non sapendo di essere smentito del filmato che mostra la vittima, disarmata e inseguita nel parco, a cui spara ben otto colpi alle spalle. Poi, si avvicina all'uomo a terra, ormai privo di vita, gli urla, per la scena: "Metti le mani dietro la schiena!" e lo ammanetta. Non si sa mai, a volte i morti ti scappano tra le mani!

Come sempre accade, anche di fronte alla brutalità gratuita e all’evidenza dei fatti e delle immagini, c’è qualche aspirante giustiziere nostrano che così commenta: “È vero anche che una buona fetta della popolazione afroamericana provoca i poliziotti, vuole lo scontro, cresce con una cultura di ribellione e disprezzo verso le autorità e la legge.”
O un altro latente schiavista che scrive che i poliziotti americani sono addestrati per fare rispettare la legge. Il criminale è scappato infischiandosene del fermo e, giustamente, ne ha subito le conseguenze.”
Allucinante, ignobile, vergognoso!
Queste parole fanno più schifo dei fatti a cui si riferiscono.
8 aprile 2015    (Alfredo Laurano)


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