mercoledì 15 aprile 2015

LUI C’ERA, MA NON SI VERGOGNAVA

Dopo l'ennesima sparata di un poliziotto fascista su Facebook e la pioggia di “mi piace” ricevuti, si può ancora parlare di singole mele marce o di eccezioni nelle nostre forze dell'ordine? 
E c'era bisogno della condanna dell'Europa per capire cosa è accaduto a Genova, alla Diaz e a Bolzaneto, nel 2001?
No, basta il post delirante di un esaltato in divisa a screditare tutta una categoria.
"Io sono uno degli ottanta del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte". E ancora:Spero che quel pezzo di merda di Giuliani (il giovane ucciso nei disordini) faccia schifo anche ai vermi sottoterra” …
Questo agente, entusiasta del suo operato e che ha rivendicato con orgoglio la sua partecipazione alla” macelleria messicana” di quelli che dormivano nella scuola, è stato sicuramente formato e sostenuto in un ambiente in cui prevalgono ancora gli ideali dell’uomo forte, del macho, dell’onore, del mito dell’ardore e del guerriero. E’ fiero di “credere, obbedire, combattere” e della sua fedeltà ai valori nostalgici di “libro e moschetto”.

Basta leggere i commenti, gli apprezzamenti e le tante condivisioni, anche di suoi commilitoni, che hanno arricchito e amplificato le sue vergognose parole: 
"Onore a te Fabio… sono con te… peccato che non c’ero anch’io a calpestare le zecche comuniste”.
E.S.C. scrive, testualmente: “In quei giorni ho vissuto dei momenti che resteranno indelebili nella mia mente e nel mio cuore...eravamo 80 ma la nostra forza era inarrestabile...80 torturatori con le palle piene de stemmerde”.

C'è quindi da stupirsi del totale distacco tra questi corpi o, meglio, questa gente e il resto della società? Quando lo Stato per primo ignora gli abusi e premia certi metodi violenti ed arbitrari, non punisce i mandanti, ma anzi li gratifica con promozioni e carriere prestigiose, perdona gli esecutori delle brutalità e non gli toglie nemmeno la divisa, come si può pretendere il semplice rispetto delle persone attraverso la parola e le opinioni?

Lo stesso vale per molti dei nostri bravi soldati delle missioni di "pace". Che si comportano come i poliziotti di Genova, in Africa, in Afghanistan, e dovunque intervengono senza essere visti. Gli "eroi" di Nassyria avevano le stanze tappezzate di gagliardetti e di frasi di Mussolini (le immagini sono state pubblicate persino in copertina da “Chi” e il fatto è ben documentato). Ma nessuna Commissione d'inchiesta è mai nata e mai ha indagato.

Dopo i tanti casi di manifestazioni pacifiche in cui le forze dell'ordine hanno randellato gente inerme, ragazzi, anziani, donne e persino chi con la manifestazione non centrava nulla. O, di altri casi di inerzia, di inefficienza e vigliaccheria contro frange estreme di tifosi stranieri o presunti black block, o dopo i pestaggi a morte dei vari Aldovrandi, Uva, Cucchi, Magherini non si poteva (lo Stato) fare chiarezza e giustizia?
Si dovevano e si dovranno aspettare le nuove condanne della Corte Europea?

Tutte le sdegnate parole che ascoltiamo in questi giorni sono false, vuote e di pura circostanza. Per lunghi anni la politica e tutti i responsabili hanno taciuto, omesso, ignorato, minimizzato o dissimulato.
Le forze dell'ordine di questo Paese, purtroppo, sono intrise di fascismo e fanatismo, sono ferme ai tempi del manganello e dell'olio di ricino e si muovono secondo logiche squadriste, che sanno garantire i privilegi della Casta e la difesa del Potere, ma non i principi di democrazia.
“Volevamo contrapporci con forza, con giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all'Italia”, aveva scritto su Facebook, fino a ieri alle 18, il nazionalista poliziotto.
Poi, all’improvviso, ha capito che rischiava il posto, ha ritrattato e cancellato tutto e ha dichiarato di essere stato frainteso. Che non è fascista e che vota PD!
Appunto, questo è lo specchio dell’Italia.
15 aprile 2015    (Alfredo Laurano)



Nessun commento:

Posta un commento