sabato 4 aprile 2015

RITI E SIMBOLI PASQUALI

Tra una strage e l’altra - civili, come quella del boing tedesco schiantatosi sui monti della Francia, o criminali, come quella di Parigi, del Bardo di Tunisi e quella fresca fresca di ieri di 150 studenti massacrati in Kenya - anche quest’anno arriva Pasqua. E porta il suo messaggio di amore e fratellanza.
Cristo risorge, ma non vede. Sangue e teste continuano a scorrere nei fiumi immensi della follia umana, a dispetto delle feste e delle tradizioni. E nemmeno i tanti Lazzaro del mondo risorgono, si alzano e camminano.
Intanto, domenica scorsa, i cristiani si sono scambiate le palme e i rami d’ulivo in segno di pace e fra due giorni celebrano la rinascita del Cristo.
Soprattutto a tavola.

Oltre ad essere (o, forse, lo era) un momento di riflessione soprattutto spirituale, carico di simbologie, allegorie e di contenuti storico-metaforici, questa festività vanta anche una lunga cultura gastronomica costituita da ricette particolari, piatti caratteristici e dolciumi tipici, i cui ingredienti vengono tramandati da secoli.

La Torta Pasqualina, tipico piatto rustico del pranzo della festa è una torta salata che risale al XV secolo. Specialità genovese, che oggi viene considerato rustica, in origine rappresentava un vero e proprio piatto pregiato e da occasione speciale, poiché al suo interno si ritrovano ingredienti allora molto costosi, quali le uova e i formaggi.
Il rivestimento della torta, allora come oggi, viene ottenuto lavorando fogli di pasta che, per tradizione, devono essere trentatré, come gli anni di Gesù.

Nella gastronomia pasquale, tuttavia, la parte principale la fanno la Colomba e le Uova di Cioccolato.
Simbolo di pace e fratellanza nell'iconografia cristiana, la Colomba - dolce lievitato da forno, simile al panettone - sembra vantare origini molto antiche.
La leggenda narra, infatti, che i Longobardi capitanati dal Re Alboino, scesero in Italia al fine di conquistare Pavia. L’assedio durò tre anni e terminò con la resa della città lombarda proprio il giorno di pasqua dell'anno 572. Quando Alboino entrò in città, gli andò incontro un artigiano che recava in dono quattro particolari pani a forma di colomba: essi furono talmente apprezzati dal Re che promise di rispettare la città e i suoi abitanti.

Il vero e proprio dolce della Pasqua odierna, però, è senza dubbio l'Uovo di Cioccolato, apprezzato in ogni dove e capace di mettere d'accordo grandi e piccini.
L’uso del cioccolato, tuttavia, è subentrato in epoca piuttosto recente, poiché in origine ad essere donate ad amici e parenti erano uova vere di gallina, decorate o dorate a mano.

Oggi, queste si consumano ancora nella colazione del mattino pasquale, sode, col salame e con la pizza al formaggio.

Ma perché proprio l'uovo?
L’atto di donare le uova non è proprio solamente della tradizione cristiana.
Molte le popolazioni antiche che si scambiavano tale alimento in regalo, anche come dono rituale e sacrale: i greci, gli egizi, i persiani e addirittura gli abitanti della Cina antica.

Oggetto fortemente simbolico già in molte credenze antecedenti al culto cristiano, l’uovo rappresentava una sorta di rinascita della natura nel passaggio dall'inverno alla primavera.
Sopraggiunta la fede cristiana e rielaborate le tradizioni pagane, l'uovo divenne simbolo di della nuova vita che contiene e, quindi, della rinascita dell'uomo per eccellenza, ovvero Gesù Cristo.

In alcuni paesi, come la Gran Bretagna, ogni anno a Pasqua i bambini vanno a cercare in giardino, fra l'erba e i cespugli, le uova che un dispettoso coniglietto ha colorato e poi nascosto. Il coniglio come simbolo pasquale - oltre che della fertilità -  sembra aver avuto origine in Germania nel XV secolo, come testimoniano le cronache dell'epoca. 


Poi si è molto diffuso negli Stati Uniti e nei paesi dell'Europa settentrionale, portato come tradizione da immigrati. In quei Paesi, le vetrine delle pasticcerie si riempiono letteralmente di coniglietti di cioccolata di tutte le dimensioni! 

Infine, c’è l’agnello che rappresenta il sacrificio di Gesù - buono e mansueto come l’animale stesso -  che ha dato la vita per salvare l’umanità: “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” e, nello stesso tempo, è anche il simbolo dell’innocenza e del candore, offerto dall’uomo in sacrificio durante la Pasqua ebraica.
L’episodio di Abramo che immola l’animale in luogo del figlio Isacco, dalla tradizione ebraica venne poi adottato dal cristianesimo, che paragonò l’agnello a Cristo che, come l’animale, fu sacrificato senza colpa.
Nella religione cristiana diventò anche emblema degli apostoli e in genere di tutti i semplici o gli innocenti, ovvero uomini santi e peccatori redenti.

Ancora oggi l’agnello è il cibo della Pasqua giudaico-cristiana: simbolo sacrificale per eccellenza, offerto a Dio, ma consumato e divorato dall’uomo. Per devozione.
Privarsi e rinunciare è da pagani.
4 marzo 2015   (Alfredo Laurano)



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