lunedì 27 aprile 2015

FATATO PIGLIO


Anche i miei amici DIV, ieri, per festeggiare la Liberazione - nel nostro caso più dalla fame e dalla temuta anoressia (perdonate l'irriguardosa blasfemia) - hanno avuto la gioia di scoprire quel vicoletto nascosto e scosceso dove, quasi per magia, si apre un luogo antico di sapori e profumi dimenticati.

Un luogo veramente fatato e suggestivo che riesce a raccontare con i suoi piatti la storia di una cucina semplice e genuina, ma mai banale. Dove trionfano le erbe, gli accostamenti, la ricerca attenta delle materie prime, i vini e la fantasia che ogni giorno si rinnova.

Il nome del locale è già evocativo dell’atmosfera che lì si respira.
All'Osteria del Vicolo Fatato del Piglio il tempo sembra essersi fermato: la cucina si fa poesia e ogni pasto, ogni portata è un’esperienza culturale che esalta i sensi, magnifica la mente e inebria le papille.
Quella sobria tavola, di Nadia e di Pompeo, ti coccola e ti abbraccia con cortesia e rispetto, senza mai essere invadente. Ti accende e ti delizia, con garbo e con misura.
Come una volta, quell'osteria fatata, celebra la convivialità e lusinga l'amicizia, in un viaggio riflessivo nella terra del gusto e del piacere che conduce all'estasi del timido gourmet.

26 aprile 2015    (Alfredo Laurano)




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