domenica 15 marzo 2015

ROMANTICHE BOTTEGHE

Drogherie, mescite, latterie, pizzicherie: erano i negozi di un volta, oggi quasi scomparsi e sostituiti da super e ipermercati e centri commerciali.
Quei nomi di botteghe a carattere familiare evocano sapori e profumi antichi. Eppure, fino a una cinquantina di anni fa, rappresentavano la vita di quartiere, erano luoghi di incontro, di scambio e di riferimento sociale, economico e locale.
Lì, si faceva la spesa quotidiana, si comprava il latte in vetro, o si sorseggiava ‘na foglietta di vino, sbocconcellando due fettine di porchetta o di salame. Si respirava un’aria mite e casareccia, si condividevano veri momenti di vita semplice e pulita.
Entrando, si veniva subito colpiti dal misto di odori che vi regnava: profumi forti, dolci, speziati e penetranti (di pane, di cannella, di pepe, di cacao, di zafferano), tipici e indefinibili di quelle piccole botteghe in cui si trovava di tutto.
Tutto era venduto sfuso.
Lo zucchero si impacchettava nella carta blu, detta, appunto, da zucchero. La pasta nei cassettoni, il caffè, i legumi nei sacchi...tutto si poteva comprare a etti.
Ora, è tutto finito e passato e resta solo nei nostri ricordi d'infanzia.

Vicino all'idea della antica bottega dello speziale, ma in realtà basato su materiali di avanguardia e altamente innovativi, ha aperto a Berlino il primo supermercato senza confezioni: tutto è sfuso e a peso.
I principi della filiera corta e della vendita alla spina si stanno lentamente facendo spazio, in questi ultimi anni, anche in qualche piccolo negozio biologico e in alcune catene commerciali, pure in Italia, benché finora siano veramente rari i negozi in cui confezioni e imballaggi siano completamente banditi. L’obiettivo è quello di incentivare una spesa che sia ecologica a lungo termine e non solo nell’immediato.
In Germania si stima che ogni anno vengano prodotti 16 milioni di tonnellate di rifiuti.
E’ stato calcolato che gli involucri di plastica impiegano almeno 400 anni per disintegrarsi e finiscono spesso nelle acque di mari e fiumi.
Se si diffonderà questa filosofia d’acquisto si potranno eliminare tutti i rifiuti prodotti dagli imballaggi, difficili da recuperare e riciclare, a fronte delle enormi quantità di acqua ed energia adoperate per la loro produzione.
Un vero e proprio spreco di risorse. Dunque, niente buste o sacchetti di plastica usa e getta, né contenitori monouso, involucri di alluminio, scatole di cartone e tetrapak.

Ognuno potrà portare da casa i suoi contenitori e potrà riempirli, tutte le volte che vuole e nelle quantità che desidera, di quei prodotti della spesa quotidiana che ad oggi esistono solo confezionati: pasta, riso, cereali, legumi, frutta secca, caffè, spezie, marmellate, caramelle, fino anche i detersivi liquidi. Tutto, direttamente da pratici dispenser.
Potendo scegliere le quantità, si ridurranno anche gli sprechi alimentari: quante le volte buttiamo un alimento abbandonato nel frigo a macerare?

Il sobrio arredamento del nuovo market sembra stonare con il vortice di luci, suoni, colori e rumori a cui ci hanno purtroppo abituati i centri commerciali: è come un profondo respiro di ritrovata libertà…che rimanda a quella romantica bottega di una volta.
Un nuovo modo di fare la spesa all’insegna del necessario e del rispetto dell’ambiente. Basta rifiuti.
Questa struttura infatti, costruita grazie al crowdfunding (micro finanziamento collettivo) è il primo supermercato 100% sostenibile, dove tutela dell’ambiente e imprenditoria si coniugano in un progetto commerciale, ma anche culturale, per consumare meglio e in modo più consapevole.

Per riassumere, quindi, molti vantaggi e molto risparmio, per i consumatori e per il nostro ecosistema:
- si può acquistare solo la quantità desiderata di prodotto;
- si risparmia tra il 10% ed il 50% rispetto ai prodotti confezionati, perché non si è costretti a pagare per un imballaggi0 che, in proporzione, spesso costa più del suo stesso contenuto: il packaging incide parecchio sia per il tipo di confezione - il barattoli di vetro, con tappo, hanno un certo costo - sia per il marketing, la pubblicità, l’etichettatura e così via.
- si riduce l'impatto ambientale generato: oggi in Italia pari a 13 tonnellate di imballaggi destinati a trasformarsi in rifiuti da smaltire che, oltre a pesare nella gestione dei conti pubblici, incidono sulle tasche dei cittadini.


Sicuramente un’innovazione utile e importante ma, anche, una specie di ritorno al futuro, che potrebbe cambiare mentalità inerti e dannose abitudini e favorire nuove sensibilità e rispetto della natura: un rivisitato e pratico luogo dove comprare più a misura d’uomo, anche se, delle antiche drogherie non ha più il fascino e i profumi.
(Alfredo Laurano)

 


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