domenica 8 marzo 2015

MIMOSE E DIRITTI

A pochi giorni dall’ultima uccisione di un giovane nero e dei tanti altri recenti episodi di violenza della polizia nei confronti di afroamericani e a cinquant'anni dalla famosa marcia di Selma in Alabama, guidata da Martin Luther King, in cui diverse centinaia di manifestanti, che si battevano per il diritto di voto ai neri, furono violentemente attaccati dalla polizia con manganelli e lacrimogeni, l'America si è fermata per ricordare. 

Barack Obama, nel discorso pronunciato davanti al ponte Pettus, sul quale, il 7 marzo 1965 vennero aggrediti i manifestanti, ha voluto ricordare quanto ancora ci sia da fare in America per superare le ingiustizie e le divisioni razziali e affermare in pieno i diritti civili per tutti i cittadini.
“La storia razziale della nazione getta su di noi la sua lunga ombra. Sappiamo che la marcia non è ancora conclusa, la corsa non è ancora vinta. Ma il cambiamento dipende da noi, dalle nostre azioni, da quello che insegniamo ai nostri figli.”

Tutto questo vale anche per le donne, i cui diritti non possono contare solo un giorno all’anno, cioè l’8 marzo, che spesso si riduce o si trasforma in una specie di carnevale del sessismo benevolo, come afferma Daniela Ranieri. 

Ogni anno, quasi a comando, truppe di scalmanate si riversano nelle pizzerie per darsi alla trasgressione, quale avvilente parodia di quella maschile, e schiere di rispettabili signore fanno qualcosa di “stravagante” e straordinario (a Roma si dice: ‘na botta de vita”), che negli altri giorni dell’anno non possono permettersi: pensarsi libere, sovvertendo, ipocritamente, tutte le regole quotidiane, a patto che - come tradizione vuole - il giorno dopo si riaffermi lo status quo.
Per poi tornare, come ricorda la Costamagna, nella loro riserva indiana, in cui ancora vivono, per violenza, carriera, abusi e discriminazione.


Per molti uomini, oggi è la festa "alle donne". Cioè, un pretesto per rimorchiare, cogliendo la maggiore disponibilità e approfittando delle più aperte difese femminili, date, in alcuni casi, proprio dalla circostanza festaiola.
Resta, comunque la festa, la celebrazione della donna che, al di là degli aspetti più volgari e commerciali che ci fanno schifo, riveste un significato simbolico maggiore.

E' un'occasione in più per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche le continue violenze e discriminazioni di cui sono ancora oggetto in molte parti del mondo, nonostante il ruolo irrinunciabile e l’importanza della loro presenza nella società, ancora, prepotentemente, tardo-maschilista. 
Per questo, auguri alla persona Donna.
8 marzo 2015     (Alfredo Laurano)  

Nessun commento:

Posta un commento