mercoledì 18 marzo 2015

DA QUALE PULPITO

Seguaci e servi di Berlusconi e, naturalmente i giornali della casa - specializzati in fango - rivitalizzati dalla sentenza della Cassazione, riemergono dall’anonimato, in cui erano da tempo relegati, per sputare veleno represso e attaccare ferocemente i “giudici comunisti” e la Boccassini: “andrebbe punita, riducendole metà stipendio”. “Cacciatatela via, a 18 anni, aveva un fidanzato sovversivo!”.
Blaterano di spese, di rimborsi, di PM che avrebbero rovinato l’Italia.
“Non si fanno processi inutili, non si spendono soldi in intercettazioni... 
Le indagini vanno "quantificate", dice qualcuno.
Cosa significa, che se dovesse " costare troppo" si smette di perseguire un delinquente?
La giustizia costa troppo? Allora aboliamola.
Che faccia tosta! Che faccia da culo sfranto!
E chi ripaga gli italiani delle figure di merda che per anni ci ha fatto fare in tutto il mondo con le sue pagliacciate da erotomane confesso e compulsivo e da fallito buffone circense, sempre oggetto di ricatto da ogni tipo di chiappe e di vagina?
Anche nel Burkina Faso, dove avevano appena smesso, hanno ricominciato a ridere.
Le Orgettine sono sempre a libro paga, il Bunga Bunga può ricominciare, anche se la CEI l'ha "scomunicato".

L’assurdo è che non si vergognano neanche n’anticchia della truffa volgare e impunita, del bluff permanente, palese e subito, durato incredibilmente ben 17 anni, che ha sottratto la dignità a un intero Paese e ai suoi cittadini.
Una nazione-azienda nelle mani di un satiro mandrillo che raccontava barzellette, invece di governare.
Una democrazia tirata come elastico, a seconda della propria convenienza, fra tangenti, corruzioni, odor di mafia e mille imputazioni (Previti, Dell'Utri, giudici e avvocati vari).
E un esercito di lacchè, di giullari di corte e alleati indecenti comprati alla fiera delle poltrone, esperti e opinionisti del nulla, mezze figure ambigue e improbabili, di lenoni e sensali, tante oche giulive e starnazzanti e mignotte varie, ignare o vittime consapevoli della continua mercificazione del corpo femminile.

E che dire dell'immaginario sessuale di alcuni maschi italiani, che in lui si sono sempre identificati ed esaltati, che l'hanno a lungo invidiato e tanto apprezzato?
Si, i suoi democratici fan - come quel fascista che l’altro giorno ha insultato Santoro e il suo inviato - sempre moderati, misurati, equilibrati, plagiati, perfettini che rifuggono violenze ed estremismi e credono a tutte le dogmatiche cazzate del loro sacro vate.
Ma ‘sta banda di saltimbanchi, di usurpatori della ragione e paladini dell’inganno, quando chiederanno scusa agli italiani e spariranno?
In qualsiasi altro Paese del mondo, il fenomeno B. non avrebbe trovato spazio – se non altro per il mai risolto conflitto di interessi - e il soggetto sarebbe in galera da tempo o confinato nell'esilio d'Arcore, per farsi i cazzi suoi (letteralmente) e non dei cittadini.
Senza se, senza ma e senza altri perché: così sarebbe stato per legge, dappertutto. Meno che nell' Italia dei quaquaraquà.
Qui, ancora vegeta e raccoglie i consensi di qualche disperato profano, che non conosce vergogna. Ancora gli permettono di decidere sulle riforme costituzionali. Ancora è leggenda e ancora sprechiamo il nostro tempo a parlarne. 
Qui, ancora lo difendono, lo giustificano e lo santificano, anche se è un evasore, un corruttore, una controfigura di statista, circondato da servi sciocchi, zoccole e badanti, che non sta in galera per l'età e per aver ottenuto tante assoluzioni, cambiando i termini di prescrizione e leggi ad personam, e grazie ai suoi potenti avvocati.
Ma ancora non vi fa schifo?
Toglietevi definitivamente dalle palle, non voglio più sentire ‘ste cazzate.

15 marzo 2013   (Alfredo Laurano)

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