I
negozi al dettaglio erano un tempo il fiore all’occhiello dell’economia
italiana. Insieme al piccolo artigianato e l’imprenditoria locale, senza
dimenticare turismo ed economia statale. Oggi sono dei fantasmi a bordo strada.
Le
ragioni sono ben note e risalgono alla fine degli anni Ottanta, quando
gradualmente i centri commerciali hanno cominciato a espandersi, da Nord a Sud,
sul nostro territorio nazionale.
Che
tristezza anche in questa Roma solo per turisti, che ha perso tutta la sua
atmosfera, i suoi colori, le sue tipicità. Sopravvivono solo luoghi per
mangiare, bar, ristoranti, street food e bancarelle abusive. Anche i locali
storici chiudono, via via, i battenti. La vecchia Roma non c’è più, sommersa
dal traffico, dal caos e dalle polveri sottili.
Gli
italiani non spendono più, almeno in senso tradizionale: ogni giorno chiudono
14 negozi, anche se aprono i minimarket notte-giorno, detti bangladini. Ma
questa è un’altra storia.
Consumi
mai così male negli ultimi anni: in crisi la storica rete italiana dei negozi
di vicinato. Dal 2011, spariti oltre 13mila negozi di abbigliamento, per un
totale di oltre 90mila esercizi commerciali in meno, dal 2016 al 2017, ma sono
in contrazioni tutte le voci di spesa. E si creano tanti disoccupati o
lavoratori da riciclare. Se fosse aumentata l'Iva, sarebbero spariti almeno
altri 9.000 negozi. La crisi del commercio non accenna a finire
Sorride
solo l'e-commerce: ogni 3 negozi specializzati che chiudono, nasce una nuova
attività sulla Rete.
Lo
stop della spesa ha inoltre portato ad riorientamento delle scelte di consumo
verso quei canali, dice la Confcommercio, “dove più esasperata è la concorrenza
di prezzo, come Web e Outlet. L’impatto sul commercio è stato devastante. Ormai
quasi un’attività commerciale indipendente su due chiude i battenti entro i tre
anni di vita”.
Sicuramente
il modello Amazon, imponendosi in tutto il mondo, ha portato numerosi venditori
a cambiare strategia per non annaspare nel nuovo mercato che è andato
delineandosi, un mercato ove ogni azienda che si rispetti deve possedere un
online Store funzionante e ben fornito.
È
tornata a frenare la spesa delle famiglie, si, ma, quando si ha bisogno di
qualcosa, si ordina su Internet: dall’abbigliamento agli elettrodomestici, dai
computer ai telefonini, dagli oggetti di arredo al caffè in cialde, al mangime
per cani e gatti.
Si
risparmia, non si deve andare in giro nel traffico, parcheggiare, portare
pacchi: si sceglie tutto sul catalogo dettagliato e preciso e si fa click. In
pochi giorni o ore, ti arriva tutto a casa, sicuro e ben confezionato. E se non
va bene, lo puoi sempre restituire e vieni rimborsato.
Capito
perché, in città, girano milioni di fattorini, corrieri e furgoni, parcheggiati
agli angoli, in doppia fila o in mezzo alla strada, quando non c’è altra
soluzione?
E
adesso, visto che piove e fa freddo, ordiniamo una bella pizza a domicilio.
19
gennaio 2020 (Alfredo Laurano)
Salve signora signore
RispondiEliminaSono il rappresentante di un GRUPPO composto da operatori
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