Sparate pure, spappolatevi le mani con i botti, cecatevi un occhio,
bruciatevi la pelle, giocate alla raffigurazione allegorica della guerra: è
capodanno. Poi, tra “Buona fine e buon principio”, “Fortunato a
Capodanno, fortunato tutto l'anno”, come tutti sanno, pensano e dicono,
mangiate lenticchie per attrarre fortuna, abbondanza, amore e felicità
nell'anno nuovo.
Riti magici, amuleti e talismani, credenze popolari, magie
e stregonerie che si tramandano nel tempo. Tradizioni e leggende, che, fin
dall'antichità, ricorrono alla superstizione per interpretare segni della
natura o prevedere il futuro: un ruolo determinante nella vita e nei costumi
popolari.
Da sempre, si rinnova questa fede universale e senza Dio,
per trovare gioia, pace, salute e felicità. O un lavoro, una casa, un piatto
tutti i giorni.
Ognuno ha una un desiderio, un sogno, una chimera.
Scaccia l'anno che finisce, brinda al nuovo e coltiva
l'illusione.
E' una fiction che non finisce mai e che va in onda da quando
esiste il mondo: cambiano gli attori, le scene, i suoni ed i costumi, ma il
copione è sempre quello e la regia rimane occulta e sconosciuta.
Fingiamo ancora che sia tutto vero, che l'anno nuovo sarà
diverso da quello che l'ha preceduto e che, come sempre, ci ha deluso e ci
deluderà.
E' un gioco antico, perverso e ingannatorio, un percorso
infido e obbligatorio, una lotteria coi numeri truccati dove si vince solo un
pacchetto di lenticchie e di illusioni, e un fragile cartoccio di speranza.
In pratica, una periodica
cambiale da pagare all’oscurantismo, che si chiama oroscopo. Poco o nulla è
cambiato dall'era di aruspici e indovini e delle invincibili forze
dell’occulto. C’è poco da fare: la forza suadente e suggestiva della magia
bilancia e nutre quella delle necessità e dei bisogni che accompagnano l’uomo
nella sua immensa debolezza: il fascino della sogno, la voglia di miracolo, tra
fatture, scongiuri e malocchio. E’ solo l’attesa di un futuro migliore che ci
fa vivere volentieri la nostra vita, che alimenta attese e desideri, che vince
paure e debolezze, che coltiva chimere e tentazioni.
Su questo, si basa la ricca
industria dei segni zodiacali, delle divinazioni e degli sciamani analfabeti,
delle previsioni fondate su astri, ascendenti, pendolini, tarocchi e sfere di
cristallo, vendute a basso costo da sibille e ciarlatani, nell'ingannevole
fiera dell’incanto e della facile lusinga. Viene addirittura spacciata come
neo-scienza, enfatizzata e colpevolmente amplificata da libretti, riviste e
osceni giornaletti, nonché da radio e televisioni che la propongono a iosa in
autentici programmi spazzatura.
Stando ai sondaggi, più della
metà degli italiani dà credito all’astrologia. Pensa, cioè, che esista qualche
influenza degli astri sulla nostra vita.
Ma almeno due terzi dei nostri
connazionali leggono con regolarità l’oroscopo. Una quindicina di milioni si
rivolgono almeno una volta l’anno a sedicenti maghi e fattucchiere.
Beh, certo, è dura affrontare
la vita e il futuro senza aver ascoltato le fantasie di un cretino vestito di
bianco che cazzeggia in televisione, come Paolo Fox, l’oracolo de Noantri, che
in amor tutto prevede. O di Branko, di Othelma, di Simon, Capitani o di Ada
Alberti, davanti a un immaginifico cielo astrale!
Folklore che fa divertire, che
a volte fa pena, oltre che orrore, per il come, per il modo e per il linguaggio
primitivo che lo distingue.
Solenni intuizioni,
apodittiche spiegazioni che pretendono di somigliare a scienza, tra scorpioni,
sagittari e capricorni che si inseguono festanti nella savana siderale!
Cioè un mare di sciocchezze,
anzi un universo astrale di cazzate.
31 dicembre 2019 (Alfredo
Laurano)
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