Dopo Milano - quattro caffetterie all’attivo
– Starbucks, la più grande catena di caffè statunitense, con 29.000 punti
vendita in 78 paesi, di cui 12.000 negli Stati Uniti, si lancia alla conquista
di Roma. Il nome trae origine da Starbuck, il primo ufficiale del romanzo Moby
Dick.
L’apertura del primo Store di Roma, il format di
caffetteria tradizionale nella Capitale, è prevista a settembre di quest’anno a
due passi dai Musei Vaticani, un’area a grande densità turistica, nei locali
della ex libreria Maraldi.
Si tratta di un immobile con ben undici vetrine su Viale
dei Bastioni di Michelangelo. Con più di sei milioni di visitatori all’anno,
quelli Vaticani sono, infatti, tra i musei più visitati al mondo. La vicinanza
di San Pietro e di Borgo Pio non farà che da moltiplicatore alla potenziale
affluenza di clienti della caffetteria. Insomma un grande business.
Starbucks Coffee Italy è comunque indirizzato a svilupparsi
anche in tante altre città, come Firenze, Bologna, Padova, Verona, Venezia e
Torino. A Napoli, patria del caffè per definizione e antonomasia, forse sarebbe
poco gradito e ripudiato.
Si racconta che gli Starbucks sono ideati per far sentire i
clienti a casa propria. Sarebbero soprattutto luoghi d’incontro nei quali
socializzare, ma anche posti tranquilli e comodi nei quali leggere un libro o
navigare su internet sfruttando il Wi-Fi gratuito, degustando il classico
frappuccino - mistura di caffè, ghiaccio e altri ingredienti, solitamente
guarnita con panna montata - inventato dalla catena stessa.
Una sorta di riedizione contemporanea - mi si perdoni
l’audace e blasfemo accostamento - dei Caffè storici e letterari che, nell’ Italia del
Risorgimento svolsero un ruolo di assoluta importanza.
In quegli antichi Caffè del nostro Paese, nacquero
movimenti letterari, artistici, avanguardie politiche e culturali che hanno
segnato la vita dei nostri padri e del nostro pensiero. Quante idee, quante
azioni, quante scelte, proteste e rivolte hanno avuto origine in quei luoghi?
Luoghi e occasioni di incontro per discutere, riflettere, stringere alleanze,
studiare strategie e decidere i destini di tante persone. Sono o furono
tantissimi e in tutt’Italia.
Come il Fiorio e il Nazionale di Torino, il Florian di
Venezia, il Garibaldi di Trieste, Il Pedrocchi di Padova (xe un portento / che
supera ogni umana aspetazion; / più se lo varda e fora e soto e drento / più se
resta copai d'amirazion), il Giubbe Rosse di Firenze, l’Aragno e il Greco di
Roma, il Gambrinus di Napoli: solo per citarne alcuni.
In essi è passata e si è fatta la Storia che ha lasciato
una patina indelebile di fumo, costume e tradizione e che ha scavato una
traccia profonda del nostro futuro.
Che, oggi, nel mondo globalizzato e mercantile, è diventato
quello degli Starbucks e del frappuccino.
Ieri, come oggi. O quasi. Che tristezza! (Alfredo Laurano)
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