martedì 7 gennaio 2020

MARCONDIRO'NDERO /1941


“Si vis pacem, para bellum (Se vuoi la pace, prepara la guerra) deve aver pensato, a modo suo, quella volpe rossa di Donald Trump, quando ha ordinato l’assassinio mirato del generale iraniano Soleimani.
Rischiamo il terzo conflitto mondiale, forse nucleare, per questo criminale, delinquente, assassino, che usa la guerra come arma di distrazione di massa, per depistare rispetto al suo "impeachment" e preparare il terreno per la sua rielezione.
E, mentre analisti ed esperti internazionali ci spiegano ciò che sta avvenendo con tutte le precauzioni, i timori e le preoccupazioni del quadro politico mondiale, la decisione di Trump è condannata da quasi tutte le comunità internazionali (“è da dementi gettare benzina sul fuoco, in uno scenario già difficile. Neanche Israele era arrivata a tanto”).

Da noi, le prese di posizione più autorevoli sono quelle dell’altra madonna televisiva illuminata, Paola Ferrari, nota al mondo per saper accavallare le gambe, farsi colpire dal fascio di luce semidivina (alla Barbara D’Urso) e condurre la Domenica Sportiva: "Grande azione dell'intelligence americana contro un loro nemico giurato. Finalmente qualcuno con le palle. Ne avessimo anche noi invece politicamente corretti capaci solo di subire e criticare”. Così sentenzia, di tre quarti, la strarifatta diva dei pallonari stanchi, ma attenti alle sue generose curve plastiche da stadio.
Poi, il solito cazzaro verde Salvini, che si schiera subito, anima e corpo e senza nessuna esitazione, con il misogino, razzista tycoon americano: “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione Europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo”. E qui conclude la sua missione comunicativa: il precario equilibrio messo in pericolo, le possibili conseguenze, la guerra, i probabili attentati e le conseguenti azioni terroristiche sembrano non interessarlo affatto.

Ma glielo spiega, come sempre, puntualmente, il lucido Travaglio.
Sapete a cosa può portare questo colpo di genio di Trump? A una guerra devastante in Medio Oriente.
Sapete a cosa porterebbe una guerra in Medio Oriente? A milioni, milioni di profughi. Lo abbiamo visto in questi anni con le guerre esplose in Siria, Iraq, nel Nord Africa.
E sapete dove andranno questi milioni di profughi?
In Europa. No, non da Trump, non negli Usa. I barconi lì non arrivano. Ma in Italia e in Europa sì.
E attenzione: parliamo di profughi di guerra. Non di migranti economici. I profughi di guerra hanno diritto d’asilo sempre e comunque.
E sapete chi lo ha sempre detto? Proprio lui, Salvini. Vi ricordo le sue parole: “Chi scappa dalla guerra è un mio fratello. E deve avere le porte aperte da me e da chiunque altro. Questo le televisioni non ve lo verranno a dire”.
Quindi Salvini esulta e sostiene un’azione che non solo da oggi mette in pericolo le truppe italiane in missione in Iraq, ma potrebbe creare milioni di profughi diretti in Europa già nei prossimi mesi, e che lui ha già detto di voler accogliere.
Ora, fatemi capire, cos’altro deve fare questo tizio per farvi capire che vi prende per il culo da anni?

Gli americani “non si sono resi conto di quale grande errore” hanno fatto - ha dichiarato il presidente iraniano Rohani - “Vedranno gli effetti di questa azione criminale non solo oggi, ma negli anni a venire”.
Trump e la CIA, non solo devastano le democrazie del sud America, ora destabilizzano ancora il Medio Oriente, compromettendo gli equilibri mondiali. Non sono bastati Iraq, Jugoslavia, Libia, Siria e Ucraina per apprezzare le migrazioni "forzate" dei popoli, le vendette dei terroristi, le crisi finanziarie, la compressione della libertà e dei diritti civili.
Intanto, sulle nostre amate sponde, ci pensa e ci prova il sultano turco Erdogan ad indossare la corona di dominatore del Mediterraneo.

Chi ci salverà?
Se lo chiedeva già Fabrizio De André, nel suo struggente “Girotondo”.
“Se verrà la guerra, Marcondiro’ndero, sul mare e sulla terra chi ci salverà?
Ci salverà il soldato che non la vorrà. Ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà”.
5 gennaio 2020 (Alfredo Laurano)

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