giovedì 16 gennaio 2020

ATTACCO AL PAPA DEI NON CREDENTI /1948


Una grande puntata di Presa Diretta, dedicata a un tema di scottante attualità: gli attacchi al papa. “C’è qualcosa di speciale in quest’uomo ed è ciò che mi ha spinto a seguirlo” – ci ricorda un magnifico Riccardo Iacona – “ha dimostrato una capacità di incontrare e ascoltare il mondo in cui vive davvero eccezionale”.
Da quando Bergoglio è salito al soglio pontificio, la Chiesa cattolica si è spaccata in due. Da una parte chi è fedele alla linea di Ratzinger e non riconosce Francesco come Papa. Dall'altra, i bergogliani, che vedono in Francesco una promessa di Chiesa moderna, più umana, più vicina alle diversità e alle minoranze. Ha iniziato una convinta battaglia contro la cultura dello scarto e dell’indifferenza agli ultimi e contro la pedofilia nella Chiesa: ha chiesto scusa per gli abusi in Irlanda.
Le sue parole e le sue scelte, in questi anni, hanno toccato temi sensibili come la morale sessuale, il cambiamento climatico e la crisi ambientale, i migranti, i giovani, la giustizia sociale, il dialogo tra le religioni, le parole della politica. Perciò si può dire che il suo messaggio non riguarda solo i credenti, ma tutti gli uomini.

Ovviamente, catalizzatore dell'odio verso Bergoglio è stato Matteo Salvini: fin dall'elezione di Francesco, il Capitano si è fatto ritrarre con la maglietta "Io sto con Benedetto", dettando chiaramente la linea ai suoi.
E l'enciclica salviniana è precisa: il cattolicesimo non è fatto, come sostiene Bergoglio, di fede e di solidarietà cristiana, che gira intorno all'insegnamento di Gesù “ama il prossimo tuo”. Per Salvini, l'importante sono i presepi, i rosari, le statuine, i crocifissi nelle scuole, i canti di Natale. L'idolatria contro la fede, potremmo dire.
Bisognerebbe ricordargli cosa fece Gesù ai mercanti che invasero il tempio. Disse, senza mezzi termini, “avete trasformato la Casa di mio Padre in una spelonca di ladri”. Poi, rovesciò i tavoli e li cacciò a calci nel culo.

Le critiche più feroci a questo papa, soprattutto all’interno della Chiesa, hanno più forza anche grazie ai social e non sono solo dottrinali, ma anche terrene.
Le tesi dei cattolici tradizionalisti si saldano con Trump, la destra americana e anche quella italiana. Basta ascoltare i ragionamenti dei fanatici integralisti cattolici...sembra di tornare al medioevo. Fino a giungere alla spudorata richiesta di dimissioni contenuta nel velenoso memoriale dell’ex nunzio apostolico Viganò, condivisa da una Destra internazionale che si nutre di nazionalismo, sovranismo e populismo.
Una volta lo schema classico era quello della contrapposizione tra don Camillo e Peppone, che era il comunista. Oggi, ad esempio, sul tema dei migranti, appena si cerca di mettere in pratica le parole di Francesco su accoglienza e integrazione, si viene attaccati dai fascisti e dalla Lega.

Sono attacchi totalmente pretestuosi, che però fanno risaltare ancora meglio l’idea di Chiesa che ha Francesco, papa riformatore e papa della misericordia, secondo una certa linea di discontinuità, che evidentemente dà fastidio ai suoi contestatori.
La Chiesa come ospedale da campo, non clericalista. Una Chiesa di popolo i cui valori irrinunciabili sono quelli del dialogo con il mondo contemporaneo e che chiede agli stessi cristiani un’adesione più radicale al Vangelo.
15 gennaio 2020 (Alfredo Laurano)


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