lunedì 27 gennaio 2020

BAMBINI CORAGGIOSI /1953


Il Viaggio di Fanny, in onda l’altra sera in TV, per la Giornata della Memoria, è un film che apre uno squarcio di spontaneo ottimismo nell’orrore totale dell’olocausto, ampiamente narrato da cinema e letteratura, attraverso le sue più spietate testimonianze.
Un bel film che fa bene al cuore e conforta le coscienze e la ragione.
Suggestiva l'ambientazione e curati i particolari, alta la tensione e crescente il pathos, stupendi i protagonisti: una favola vera che riesce a trasmettere un messaggio di grande speranza, grazie al coraggio dei suoi piccoli eroi che si muovono all'interno di un contesto buio, violento e disumano.

Tratto da una storia autentica - il romanzo autobiografico di Fanny Ben-Ami - ci tuffa, con inusitata naturalezza e senza mostrare gli orrori di quella tragedia epocale, in un momento intenso e commovente, durante la Seconda Guerra Mondiale.
La dodicenne Fanny e le sue sorelle sono lasciate dai genitori in una delle colonie francesi destinate a proteggere i bambini ebrei dai rischi dei rastrellamenti. Il nazismo avanza, il posto non è più tranquillo, gli adulti sono arrestati e Fanny si trova da sola a guidare un gruppo di ragazzini fino alla salvezza in Svizzera, passando per l'Italia.
La sporca guerra è raccontata, con leggerezza e delicatezza, pur all’interno dell'orrore, attraverso gli occhi di quei bambini, dalla regista Lola Doillon, che riesce a trattare in modo garbato, ma non banale, il dramma di quei piccoli ebrei, costretti a scappare dalla Francia in Svizzera, terra neutrale, pur di trovare la salvezza e la libertà.
Una fuga per la libertà e la sopravvivenza di giovani creature, la categoria più vulnerabile e fragile fra quelle che si trovano perseguitate. Ma è una fuga interpretata da bambini, proprio come essi la vivrebbero giocando, contro un mostro che non conoscono e che si vede poco, quasi solo immaginato, ma che sono i nazisti in cerca di ebrei, grandi e piccoli.
Il gioco e la fantasia dei bambini sono intermezzo frequente in questa fuga: ignorano il pericolo che corrono e si potrebbe dire che l’inconsapevolezza può far soffrire meno il terrore.

Ma quel viaggio, altamente rischioso e umanamente drammatico, verrà sempre affrontato, pur fra timori, incertezze e mal di pancia, con determinazione e coraggio e con un approccio tipicamente infantile: i fuggitivi riusciranno a mantenere intatta la loro purezza, nonostante si ritrovino ad attraversare territori e situazioni ostili e ad affrontare difficoltà di ogni genere.
Una sottile testimonianza storica, necessaria e mai ridondante, di una delle pagine più atroci del secolo scorso, utile a sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma vissuto degli Ebrei in fuga per tutt'Europa.
Anche se, la sorellina più piccola di Fanny avrebbe una facile soluzione: se essere ebrei è pericoloso, basta non essere più ebrei: un sillogismo ineccepibile.
27 gennaio 2020 (Alfredo Laurano)

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