mercoledì 14 giugno 2017

DOLCE FLEBO

Che cosa avreste pensato, detto, fatto se quella donna fosse stata vostra madre, vostra sorella, un’amica o la vostra compagna. Se, entrando in quella stanza dell’Ospedale S. Paolo di Napoli, l’aveste trovata su quel letto, attaccata a una flebo e cosparsa, invasa e aggredita da centinaia di fameliche formiche?
Forse avreste preso il primo medico, la prima infermiera di passaggio e l’avreste sbattuti al muro o premuti con la faccia sul letto, contro le formiche stesse.
Quella foto, diffusa da Consigliere regionale dei Verdi, non si può proprio guardare.
È un insulto alla medicina, al concetto di sanità pubblica, alla dignità di una persona.
È un costoso ticket che tutti paghiamo alla pubblica inciviltà, un vergognoso biglietto da visita da mostrare, senza pudore e con normale indifferenza, al mondo della salute, dell’assistenza e della scienza medica.

Per quanto tempo quella paziente in cura per choc settico post frattura e sotto antibiotici è stata abbandonata a sé stessa? Quanto tempo hanno impiegato le formiche per arrivare a ricoprirla e per cercare di “mangiarsela”, insieme a qualche possibile goccia, caduta dalla soluzione zuccherina?
Nessuno ha visto, nessuna sa, nessuno sa spiegarlo. E, come sempre, nessuno è responsabile di questo ennesimo, assurdo episodio di degrado, di sciatteria e malasanità da terzo mondo, manco fossimo nella savana tropicale.
Sarà colpa della camorra e delle criminalità organizzata che, da quelle parti, tutto controlla, tutto decide, tutto inquina (appalti, servizi, manutenzione), secondo le proprie scelte e condizioni, fottendosene di quelle dei pazienti?

In passato, avevamo già visto qualche scarafaggio passeggiare nelle corsie di qualche altro ospedale (non voglio osare pensare alle cucine e ai magazzini), qualche topo nei sotterranei degli impianti e qualche malato curato a terra, su una coperta di fortuna. Ma le mandrie di formiche d’assalto su quella carta moschicida umana ancora no.
Il direttore sanitario, di fresca nomina, dichiara di essere esterrefatto e incredulo, come tutti gli altri operatori sanitari dell’ospedale, che non sanno spiegare l’accaduto, viste le “regolari pulizie e il continuo controllo dei degenti”.
Vuol dire, allora, che quelle formiche evidentemente sono da corsa o da “gran premio”, per essere arrivate in massa dall’incolto giardino esterno, in pochissimi minuti.
E ne devono aver fatto di strada, visto che la stanza in questione, pare, fosse al quinto piano!
(Alfredo Laurano)

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