lunedì 5 giugno 2017

DIALOGHI DELLA NAZIONE

Dice: e ora è fatta, vai col triplete, tre traguardi, tre coppe, una certezza!
Ma, alla fine, invece, è rimasto solo il dueplete, con non poca delusione degli zebrati e per la gioia di tanti gufi senza strisce.
Dice: ma è pur sempre una squadra italiana che giocava contro una straniera. Bisognava per forza e per dovere tifare Juve! Un po’ di sano nazionalismo, cribbio!
Dice: ma perché? Siamo invasi, siamo attaccati dal nemico, siamo in pericolo? 
O si gioca semplicemente a pallone e, quindi, si parla da sportivi, ma si pensa da tifosi?

Il tifoso professa una fede, ama solo i suoi colori e suona le campane a festa del suo solo campanile.
Solo i morbidi, gli equidistanti, i patrioti dell’Italia innanzitutto, i tifosi senza anima, né storia, la pensano così. Ma non fanno testo, sono come quelli di Salvini che dicono: prima gli italiani, a prescindere da tutto: dai diritti, dai doveri, dagli obblighi morali, dalla giustizia e dal buon senso.

La Juventus, in verità, è la squadra che ha vinto di più, che vince sempre, che ha più tifosi in assoluto. Ma è anche la più ricca, la più arrogante, la più prepotente, la più protetta, la più odiata. E’ quella che ha sempre esercitato e rappresentato il potere, che ha sempre rubato e intrallazzato, che compre chi vuole, che ha in pugno gli arbitri, che ricorre al doping (solo quando occorre), che apparecchia le partite o trova un rigore al novantaduesimo minuto. Ma solo in Italia, dove un dì regnava Agnelli e la sua Fiat. All’estero la sua longa manus ha qualche difficoltà e l’abbiamo visto tutti.
Nonostante abbia sede a Torino, i suoi tifosi non sono torinesi, quasi tutti torinisti, ma sono di tutte le altre regioni italiane: sono lombardi, marchigiani, veneti, pugliesi, calabresi e, purtroppo, anche romani. 
Toscani e napoletani, sicuramente no. Da sempre nutrono una certa, impalpabile idiosincrasia per quei colori anonimi.

A Napoli, ieri sera, dopo la sconfitta, hanno fatto caroselli e sparato fuochi d’artificio. Da molte finestre aperte, ogni goal del Real veniva salutato con olè, brindisi e pernacchie alla faccia di Higuain. Nei tantissimi commenti su stampa, radio e web, quasi tutti hanno confessato di aver goduto tanto. 
E, ripeto, lo spirito patriottico, il sentimento collettivo nazionale, la squadra che rappresenta l’Italia? 
Questo tipo di retorica patriottarda non ci appartiene proprio, lasciamola agli sciovinisti. 
A malapena resiste, e manco tanto, per la nazionale azzurra ai mondiali o agli europei.
Sono più che certo, tuttavia, che, qualora una finale così importante, la giocasse per assurdo il Sassuolo, il Crotone, il Torino, il Chievo o l’Udinese, l’Italia intera si stringerebbe a “coorte” e tiferebbe convinta e unita per costoro. 
Chissà perché?  (Alfredo Laurano)



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