martedì 15 novembre 2016

STRAGE DI PALME

E’ diventato quasi un tormentone: “senza olio di palma!”, chiude ogni spot, pure quelli delle macchine o delle crociere.
Da qualche settimana, la pubblicità che ci bombarda i neuroni da mattina a sera ci avvisa che, ormai, quasi tutte le aziende alimentari hanno eliminato il famigerato olio. Hanno preso atto, come per incanto, che i consumatori si sono accorti della diffusa e abbondante presenza di questo insano grasso vegetale in tanti prodotti mangerecci e che nuoce alla salute. E sono corse ai ripari, rinnegandolo. Quasi tutti, meno la Ferrero, che giura sulla qualità delle sue palme.
Circa l’80 per cento della produzione di quell’olio o di quel grasso, assai economico, viene o veniva utilizzato nell’industria alimentare: era quello, in particolare, che finora veniva indicato come “grasso vegetale”, nei cereali, nei cracker, nelle creme spalmabili alla nocciola, nelle barrette di cioccolato, nei gelati industriali, nei biscotti, nei grissini, nelle merendine e negli snack. Ma anche nei rossetti, nel dentifricio e nei prodotti per la primissima infanzia: dal latte ai biscottini che si sciolgono nel biberon.

La palma da cui si estrae quest’ olio è coltivata soprattutto in Indonesia e Malesia. Per produrlo, però, vengono distrutti molti spazi di foresta tropicale.
È il caso delle ultime foreste dell’isola di Sumatra dove vivono oranghi, elefanti, tigri e rinoceronti a cui pian piano viene sottratto spazio vitale. Tanto che degli stessi animali in dieci anni solo rimasti solo a poche centinaia di esemplari. 
Così l’Indonesia perde foreste, lo dicono i numeri: 50 anni fa il territorio dell’Isola di Sumatra era ricoperto per l’82 per cento di foreste. Nel '95 la percentuale era scesa già al '52 per cento e si pensa che si azzererà entro il 2020.
Forse, la rinuncia all’olio di palma, se reale, potrà contribuire a salvare qualche pianta tropicale e qualche animale, nonché a migliorare la salute di noi consumatori, a condizione che, prima di acquistare si leggano sempre le etichette dei prodotti industriali e si verifichi l’ordine degli ingredienti indicati in ordine decrescente. 
Si veda, ad esempio, la tabella delle creme spalmabili.
(Alfredo Laurano)



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