sabato 5 novembre 2016

REFERENZUM: IL GIOCO DELLE PARTI

Come scriveva ieri Left, il sasso lanciato da Castagnetti che proponeva di rimandare il referendum costituzionale a causa del terremoto, difficilmente avrebbe potuto essere una banale mossa estemporanea.
Infatti, era solo l’ouverture di una fanfara che nelle ultime ora sta suonando fino al crescendo: sindaci, deputati, senatori, misconosciuti intellettuali e sostenitori del SI ripetono che è davvero il caso di spostarlo, per rispetto agli evacuati del terremoto.
Alcuni di loro, affermano che i terremotati non potrebbero votare, compromettendo la regolarità del risultato finale.
Tra costoro, si erge il ministro Angelino Alfano, che afferma: questo referendum non s’ha da fare. E l’imperatore del consiglio Matteo Renzi, sempre abile nel fingersi estraneo e indignato, smentisce e fa smentire dalla ritrovata Boschi l’ipotesi di uno slittamento della data del referendum.
Sull’articolo 18 fece un siparietto simile e poi lo cancellò.

Si realizza così l’ennesima operetta o pantomima, la cui sceneggiatura, all’occhio del popolo sovrano, prevede un capo responsabile e corretto, che salva la faccia e la dignità, e un alleato sfacciato e un po’ scemotto.
Anche perché quella specie di partitello di Angelino, ormai, esiste solo in Parlamento, fuori è protagonista di un costante scontro fratricida, fra attacchi, accuse, minacce e insulti di opposte milizie in guerra civile, terrorizzate dall’ipotesi di un rimpasto di governo, che cancellerebbe ministeri e la truppa dei gaudenti sottosegretari. Ridotti a semplici pedine, politicamente insignificanti.
Questo giochino delle parti di spostare la consultazione a tempi migliori - come se ci fosse la garanzia che il terremoto non ci sarà più, né in qualsiasi altro momento - potrebbe essere però solo all’inizio. Da qui al 4 dicembre le proposte fantasiose, le mosse, le trovate, le straordinarie intuizioni e i colpi di teatro, facilmente, potrebbero moltiplicarsi.
I sondaggi, da tempo, sembrano impietosi per il team dell’imperatore, i NO sono in continua ascesa e allora, perché non speculare appena un po’ sulle migliaia di scosse sismiche che hanno devastato una buona parte del Paese e che potrebbero preludere a quella del rovinoso crollo del Renzismo?
(Alfredo Laurano)

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