venerdì 1 maggio 2015

COMINCIO' COSI'

    Il primo maggio del 1947, nei pressi della Piana degli Albanesi, vicino Palermo, si compì la strage di Portella della Ginestra, per molti, il primo grande mistero dell'Italia repubblicana.
    Mentre si festeggiava la Festa del Lavoro, alcuni banditi spararono sulla folla e uccisero 12 persone (due bambini), ferendone più di 30.
    I colpi, come si seppe in seguito, furono sparati da Salvatore Giuliano, il leggendario bandito di Montelepre, protagonista del dopogue...rra criminale in Sicilia, e dalla sua banda, armata dalla mafia.
    Non si è mai saputo, invece, il movente di quell'eccidio, chi lo avesse ordinato e chi avesse coperto le indagini successive.

    L’Italia intera rimase sbigottita: erano stati assassinati, a sangue freddo, uomini, donne e bambini. Un fatto inaudito.
    Tutti i leader della sinistra arrivarono a Piana, due giorni dopo fu proclamato lo sciopero generale nazionale, con una imponente manifestazione a Palermo, fioccarono le interrogazioni parlamentari.
    Sott’accusa finirono gli agrari, la mafia e la banda Giuliano, che, con la copertura politica di "pezzi" dello Stato, non avevano esitato a sparare sulla folla inerme, pur di bloccare le lotte contadine e l’avanzata della sinistra. Anche se, a minimizzare l’accaduto, il ministro degli interni, Mario Scelba: affermò pochi giorni dopo che: "Non c’é movente politico".
    Si può dire, forse, che quella terribile strage aprì nel nostro Paese la strategia della tensione. 
    (A. La.)

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