giovedì 28 maggio 2015

C'E' PASTA PER TE

Un tempo erano scarpe, prima la destra, poi la sinistra (dopo l’apertura delle urne), ma anche banconote tagliate a metà, pacchi di pasta, scatolame e sacchi di patate.
Oggi il voto di scambio su realizza su basi ben più consistenti: appalti, promesse di finanziamenti pubblici, di poltrone, permessi edilizi.
A pagare il singolo elettore, poi, ci pensano mafia e camorra a 50 euro a voto, ma solo dopo averne portato la prova inconfutabile: la fotografia scattata con il telefonino, per dimostrare di aver barrato la casella giusta.

Anche l’assessora veneta di Forza Italia, Elena Donazzan, distribuisce in questi giorni pacchi di pasta con la sua bella immagine, per fare campagna elettorale.
La signora evidentemente non sa, o non le hanno detto, che questa pratica era già in vigore negli anni ’50 e il suo inventore fu Achille Lauro, armatore napoletano di successo, prima monarchico, poi democristiano. “O comandante”, come era chiamato da tutti, era solito mandare i suoi galoppini a consegnare pacchi di spaghetti e maccheroni - quelli avvolti nella carta azzurra - a potenziali elettori. Gli italiani amano la pasta, allora, come oggi e come sempre.
Il neo-Laurismo è quindi tornato con il suo mondo, popolare e demodé, legato alla compravendita delle coscienze dei pezzenti, che, in cambio di denaro, buoni benzina, favori, piaceri e bucatini, sono pronti a votare un politico o un partito, come normale prassi sociale ed elettorale.
Ma Lauro aveva almeno il consenso popolare dettato dalla fame e dalla miseria!
Oggi, in tempi di altre crisi economiche, ma, soprattutto di idee e di valori, qualcuno tenta in vari modi di emulare quelle gesta, senza pudore e senza decenza, umiliando la dignità dei cittadini più esposti e bisognosi che, prima di essere elettori, sono persone.
Cara assessora, la politica è altra cosa.
Mezzo chilo di penne o rigatoni riempie la pancia, ma svuota la coscienza.
 27 maggio 2015    (Alfredo Laurano)

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