domenica 23 settembre 2018

NOTTE MAGICA A POMPEI


Una pagina di grande televisione, ma non solo.
Dopo “Stanotte a Firenze, a San Pietro” e a Venezia”, documentari magnifici che ci hanno consentito di scoprire meravigliosi luoghi del patrimonio storico e culturale dell’Italia, stavolta è toccato a Pompei, uno dei siti archeologici più famosi al mondo.
Arte, curiosità, archeologia e storia: Alberto Angela, divulgatore e paleontologo di razza (figlio di tanto padre), è tornato a farci viaggiare nel tempo e nella bellezza, raccontando, minuto per minuto, cosa è accaduto nell’ultima notte a Pompei - reazioni, emozioni e fuga dalla città distrutta - in una dettagliata descrizione degli ultimi istanti prima dell’eruzione che sommerse la città di cenere e lapilli.
Sono servite cinque settimane di riprese notturne, centinaia di ore di girato, scene registrate a Cinecittà e negli studi virtuali della Rai - tutto arricchito da spettacolari riprese con elicotteri, droni, effetti speciali e minifiction - per realizzare questo entusiasmante viaggio nelle città sepolte dalla lava del Vesuvio, nel 79 dopo Cristo.
Un percorso magnifico. 
Lo splendore di quella città, in forme e luoghi mai visti dal pubblico, fra strade in basolato, ville affrescate, lupanari, botteghe e natura. Ma anche Ercolano, con le sue terme e i favolosi gioielli ritrovati sugli scheletri dei fuggiaschi. Stabia, Oplonti e le loro faraoniche ville con piscine e vedute sul golfo di Napoli), in un racconto avvincente, fatto di storie di donne, uomini, usi, costumi e vita quotidiana, all’ombra della montagna che cancellerà tutto.

Ad accompagnare Alberto,  la cui capacità narrativa è ormai nota e indiscutibile, tra le rovine pompeiane, avvolte dal buio, in un’atmosfera più intima rispetto a quella diurna, una serie di ospiti illustri.
Giancarlo Giannini che ha dato il volto e la voce al testimone della tragedia, Plinio il Giovane. L’attore Marco D’Amore ha rivelato gli sconcertanti intrecci tra affari, malaffare e politica dell’epoca che agitavano i “molti pompeiani ricchi, i traffichini chiacchierati, gli sfruttatori di cameriere prostitute dette “Lupe” (da cui lupanare) e Faustilla che prestava “soldi a strozzo”, al 40%”.
Il tre volte premio Oscar Vittorio Storaro, nella Villa dei Misteri ci ha fatto ammirare i colori che abbiamo dimenticato, nei quali vivevano immersi gli antichi romani (“dal matrimonio fra luce e ombra nascono dei figli che si chiamano colore”).
La storica Eva Cantarella ci ha guidato nell’antica villa di Poppea e ci ha incuriosito su cosa c’è di vero nelle tante leggende che circondano la dissoluta moglie di Nerone.
Delicatamente, arriva un suono: “Sentite anche voi questa musica, sembra quella di un violino...”. 
Angela entra in un vicolo, percorre una scalinata, accede dall’alto al Teatro Piccolo, l’anfiteatro, dove c’è Uto Ughi che suona Mozart e ricorda che Amadeus era stato a Napoli e Pompei, a quattordici anni, e dopo aver visitato il Tempio di Iside fu ispirato per il suo Flauto magico: “un’overdose di
bellezza”

Nell’ultima notte di Pompei, Angela ci conduce all’interno di una immensa domus “da ricchi” (quella di Menandro, 1800 metri di casa), e mostra dove, e facendo cosa, di lì a breve gli ospiti della casa sarebbero stati travolti dalla catastrofe.
C’è il racconto drammatico dell’esplosione e dell’eruzione, i lapilli come bombe, la fuga di un’intera popolazione, la tempesta di cenere che tutto ha ricoperto.
La cronaca della tragedia si concentra sulle vite perdute. Come quelle dei corpi raccolti nell’Orto dei fuggiaschi, una specie di carovana che cercava forse di raggiungere il porto.
Camminavano vicini nel silenzio, intorno l’inferno. Cercavano di andare verso la salvezza, ma la corrente di cenere e vapore li ha avvolti e sepolti vivi. Queste - conclude il conduttore - non sono statue, sono persone.
“Il sole è tramontato, i turisti sono andati via, Pompei è tutta per noi”.
Così aveva sussurrato Alberto Angela in apertura di programma. Ma anche alla fine, in verità, insieme all’emozione, resta un momento di autentica magia: finalmente, su RaiUno, qualcosa per cui valga la pena pagare il canone e stare davanti alla tv”. (Alfredo Laurano)




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