lunedì 17 settembre 2018

IL PONTE DEI SORRISI


Mancava, in effetti, soltanto la celebre Musichetta de “Il ponte sul fiume Kwai”, unita, o in alternativa, alla classica sigla tratta da “Via col Vento”, comunque, da non sottovalutare.
Non è solo il sorrisetto di circostanza di Toninelli, a favore di pubblico e telecamere, accanto alla riproduzione del ponte Morandi di Genova, che ha scatenato la rabbia dei telespettatori che hanno protestato su Twitter e polemizzato sui Social.
A “Porta a Porta”, è tornato il plastico e il ministro è compiaciuto e in posa: un’Immagine innocua, ma irritante. "Toninelli e Vespa giocano con il plastico del ponte Morandi", "uno spettacolo indecente", "Che schifezza".
Alcuni utenti vanno oltre il gesto e si concentrano sull'emergenza del capoluogo ligure e sulla ricostruzione. Manca il nome del commissario, l’indicazione di chi ricostruirà Ponte Morandi e la tanto annunciata revoca della concessione ad Autostrade.
Ma intanto il ministro dei Trasporti - per molti, con una sarcastica “t” in più: Tontinelli, che maneggia il tratto (in scala) del viadotto crollato a Genova - sorride a prescindere e aggiunge: "Dal 14 agosto lavoro per ridare dignità a Genova, la prova è il decreto".
Ma, a un mese dalla tragedia, era proprio necessaria la sfilata da Vespa, che più che un giornalista, è un pettegolo gossipparo che si nutre di plastici e ricostruzioni, uno speculatore di drammi e di disgrazie, una star sopravvalutata e strapagata?
Democrazia diretta dal basso, trasparenza radicale: gli attivisti del Movimento 5 Stelle, duri e puri, ne avevano fatto le parole d'ordine nella rivolta contro la Casta e i partiti. Racchiuse in uno slogan: “Ognuno vale uno”. Lo ricordate, era solo pochi anni fa?
In principio era il divieto assoluto, "la televisione è morta", "il talk è il vostro punto G" (disse Beppe Grillo alla consigliera comunale Federica Salsi, rea di essere andata ospite a Ballarò).
Nessun pentastellato rilasciava interviste, rispondeva a domande, accettava il confronto, il contraddittorio politico. Tutti rifiutavano di partecipare ai talk e alle trasmissioni televisive.
Poi, col tempo, sono venuti i ripensamenti, grazie soprattutto ad Alessandro Di Battista, che convinse Gianroberto Casaleggio a riprendere ad andare in video e a parlare con “gli infedeli”. E finì il tempo dei collegamenti solitari, spesso in esterna, senza "contaminazioni" con le trappole mediatiche.
Oggi, gli M5S non chiedono più garanzie degli altri, come avveniva un tempo, e mettono in campo, dappertutto, i loro leader. Il perno della Comunicazione è il capo ufficio stampa, l’ex grande fratello Rocco Casalino: è lui a decidere chi va, dove e quando va e a quali condizioni. È lui a trattare direttamente coi programmi ed i canali.
Porte aperte, allora, da Madonna D’Urso, da Floris, da Formigli, da Bianca Berlinguer e anche alle trasmissioni di chiacchiere e cucina, ovunque sia utile alla causa e alla propaganda di partito. Ovunque ci sia una ribalta ben illuminata, ovunque l’audience paghi, salga e faccia crescere consensi e visibilità.
E quindi anche dall’eterno Vespa allineato, di lotta e, soprattutto, di governo, nel salotto bianco più in quota dell'establishment.
Una scena vista e rivista che si è ripetuta, con antico disgusto, anche ieri sera.
15 settembre 2018 (Alfredo Laurano)

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