giovedì 20 settembre 2018

IN VIAGGIO TRA MIRACOLI E MAGIA


Come ci ricorda Valentino Salvatore: cercare di essere ragionevoli mica è una cosa facile e non si può essere tali a giorni alterni. Si tratta di acquisire un criterio di buonsenso da applicare anche nella vita quotidiana. Spesso accade che molti di quelli che si (auto)proclamano tali, in sostanza, abbandonino formalmente pratiche religiose ordinarie solo per cercare risposte “alternative” e più rispettabili, apparentemente più moderne e aperte, che conservano però lo stesso fondo di irrazionalismo. Moltissime persone, per compensazione, cercano nuovi punti di riferimento di questo tipo, riadattati però in maniera più soft al mondo moderno.
È per questo che pullulano ovunque storie di spiritismo, di parapsicologia, di fenomeni apparentemente inspiegabili, di miracoli, di capacità sovrannaturali.

VIAGGIO NEL MONDO DEL PARANORMALE di Piero Angela, pubblicato quarant’anni fa (1978), è tornato alla ribalta al CICAP fest dei giorni scorsi, a Padova, dedicato a tutti coloro che amano la scienza e sono affascinati dall’insolito e dal misterioso, ma non vogliono farsi prendere per il naso.

Il testo è un punto di riferimento indispensabile per chiunque voglia farsi un’idea più precisa sul mondo dei fenomeni paranormali e orientarsi tra verità e bugie del vivere quotidiano.
Nonostante sia passato ormai molto tempo dalla sua stesura, rimangono intatti la freschezza della passione nella ricerca e l’acutezza rigorosa nelle analisi, il tutto miscelato con la consueta chiarezza del divulgatore. Un testo quindi ancora necessario, perché la cultura di massa non aiuta molto nell’analisi critica di certi fenomeni: i telegiornali e vari programmi – spacciati per approfondimento scientifico – ci danno resoconti sensazionalistici e imprecisi di fenomeni “sovrannaturali”, mentre le nicchie scientifiche sono poche e viste con sospetto – complice il clima culturale italiano generale tendenzialmente (spesso fieramente) antiscientifico e egemonizzato dalla religione.

“Questo non è un libro per coloro che vogliono credere. Ma per coloro che vogliono capire”, ammonisce Angela.
Così comincia questo viaggio appassionante, che rivela un quadro piuttosto impietoso, ben diverso da quello generalmente dipinto: si parla di medium, di telepatia, psicocinesi, di personaggi storici come Uri Geller o Rol, di spiritismo, della famigerata fotografia Krilian capace di captare “l’aura”, delle guarigioni “miracolose” e di altre pratiche che si ritengono curative, di yogi e fachirismo, fenomeni particolari che possono accadere anche a noi tutti i giorni e possono farci credere di possedere poteri specifici o di subire influenze altrui (coincidenze, presentimenti, sogni premonitori), senza tralasciare un must come l’astrologia.
Gli argomenti sono tanti e coinvolgenti, si snodano per centinaia di pagine, mentre Angela intervista esperti di tutte le risme, spiega in maniera semplice e didascalica come non sia raro prendere cantonate (cosa che accade anche a illustrissimi premi Nobel, magari dei genî, ma sostanzialmente sprovveduti di fronte a trovate anche marchiane) e come si possa dare un’interpretazione scientifica a certi fatti apparentemente strani, svela i vari trucchi del mestiere utilizzati da “professionisti” come medium, prestigiatori, maghi, cartomanti e pseudo-scienziati.

Ma la spiegazione e la confutazione di tanti fenomeni giudicati paranormali, benché a tratti spassosa e avvincente, non basta e l’autore ne è perfettamente consapevole: è quindi indispensabile cercare di rispondere alla classica domanda – Perché si crede? – cui Angela dedica l’ultimo capitolo, tirando le somme e dando alcune risposte lucidissime. Fondamentale, afferma, è il ruolo dell’informazione, una delle prime cause di condizionamento ambientale che predispone le persone a credere a certi fenomeni.
I media tendono a presentare o a gonfiare in modo acritico certe notizie, per esigenze commerciali e sensazionalistiche: “questo atteggiamento contribuisce non solo a disinformare il pubblico, ma anche a creare un clima di credulità e, in senso più largo, di irrazionalità”. Il fatto che il mondo scientifico il più delle volte ignori certe questioni, o si dedichi solo occasionalmente alla divulgazione della critica, senza riuscire ad avere una diffusione di massa, fa il resto.
Non a caso, Piero Angela saluta positivamente la nascita nel 1976 dello statunitense Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal, che farà da modello per il CICAP italiano – fondato anni dopo dallo stesso Angela e da altri studiosi.

Uno dei miti più diffusi dalla propaganda anti-scientifica è che ci sia un bisogno innato di credere in un qualcosa di trascendente o metafisico, cosa che Angela pacatamente, ma decisamente smonta con una constatazione molto semplice: “il mondo è pieno di gente che non ha assolutamente bisogno di credere nel trascendente. Se fosse una necessità connaturata all’uomo dovrebbe essere comune a tutti (così come è comune a tutti gli uomini il bisogno di aria, cibo, sonno, ecc.), invece non lo è: e questo costituirebbe già la prova che non si tratta di una necessità “interna”, ma di un bisogno creato dall’ambiente, cioè dall’educazione e dall’informazione».
Quello di cui la maggior parte della gente sente il bisogno è casomai un «contesto», un sistema coerente di significati: «si potrebbe piuttosto individuare un bisogno che è davvero fondamentale per tutti gli uomini, un bisogno collegato agli stessi meccanismi di sopravvivenza del sistema nervoso, quello di conoscere».

Per soddisfare questo bisogno, l’uomo ha cercato di darsi delle risposte, come quelle religiose o paranormali: apparentemente complete, soddisfacenti e coerenti, danno speranza e un “senso” alla vita, proiettano l’uomo in dimensioni meravigliose e alternative. Invece la strada dell’analisi offre continuamente dubbi, nuovi problemi da affrontare e costringe a stare coi piedi per terra.
Angela, col suo consueto tono pacato e signorile, auspica che credenze paranormali e irrazionali, da un lato, e cognizioni scientifiche, dall’altro, rimangano ognuna nel proprio ambito, nel rispetto dell’approccio razionale e laico, visto che religioni e pseudoscienze pretendono proprio di piegare ai loro canoni anche le conoscenze scientifiche.
L’autore è cosciente del vuoto che può lasciare la demolizione di certe credenze paranormali e ammette che l’ampliamento delle conoscenze non è detto «che porti alla felicità, anzi è più probabile il contrario, proprio perché genera dubbi e toglie sicurezza».
Ma quella spinta irresistibile alla conoscenza e alla ricerca, è forse il dono più prezioso dell’uomo, anche a costo di rinunciare ai miti, alle illusioni e a tutto ciò che apparentemente ci conforta. (Alfredo Laurano)

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