martedì 25 settembre 2018

FRATELLO O CARDINALE?


C’è chi giocava alla Ruota della Fortuna (Matteo Renzi, diventato poi premier) e chi al Grande Fratello (Rocco Caslino, oggi portavoce assoluto e indiscusso dei Cinque Stelle): la televisione porta bene a chi la fa. O a chi la crea e la gestisce, come Silvio Berlusconi, che su essa ha fondato per decenni il suo impero e le sue fortune. 
È un trampolino, una vetrina illimitata e illuminata, una rampa di lancio per chi la sa sfruttare per andare in orbita, per chi intraprende il mestiere di politico (non la missione, com’era un tempo), perché parla a milioni di persone affascinate, che persuade e che seduce.
Dice Fratello Rocco, oggi nell’occhio del ciclone per le sue minacce audio al ministero dell’Economia: “guadagno poco più di 6 mila euro netti al mese, è il giusto riconoscimento. Sono portavoce e capo ufficio stampa, dirigo una trentina di persone, sono reperibile giorno e notte, sette giorni su sette, lavoro 13-14 ore al giorno. Sempre. Ho responsabilità enormi, nelle mie mani c'è la comunicazione di Palazzo Chigi". 
Me cojoni! Dicono a Roma.
Pur sprovvisto di santo cordone, la sua scalata al potere è stata rapida, indolore e fortunata: guadagna più del premier Conte - che guida, istruisce e indirizza, anche nei tempi e nei modi - e regge le fila della comunicazione dell'intero Movimento Cinque Stelle. Per molti critici, è il vero gran burattinaio.
È lui che indica, scrive, dirige, pensa, coordina, elabora, dietro le quinte, come un novello Richelieu, pur senza arrivare a imbrigliare, per ora, anche il crociato Salvini, il cui staff è altrettanto dominante. 
Ministri e sottosegretari del Movimento prima di parlare a microfono aperto con un giornalista, o prima di pubblicare un post sui social, sono tenuti a chiedere il suo benestare, pena l'emarginazione, l'isolamento, l’abiura.

Insomma, non si muove foglia che fra’ Casalino non voglia.
Dalla casetta di sfigati segregati di Cinecittà, spiati notte giorno da cento telecamere, anche nella più volgare intimità, è salito al palazzo del potere, dove nessuno ti controlla, ma ti consente di spiare e condizionare gli altri a tuo vantaggio: il suo futuro sarà di certo ancor più radioso, agli onori della cronaca politica, nella sterminata prateria dell’ambizione. (Alfredo Laurano)

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