mercoledì 24 agosto 2016

POVERO SPINELLI

Vista la location scelta, non a caso, per un vertice internazionale a tre, tutti si aspettavano, magari, una specie di riedizione del Manifesto di Ventotene, per un’Europa libera, unita e pacificata,  una sua rilettura, un suo aggiornamento, una sua riproposizione, alla luce dell’attualità bellica e migratoria.
Ma così non è stato, neanche di sfuggita: un abisso tra lo “spirito di Ventotene” e il venticello di queste tre marionette, dice il sempre caustico don Farinella.
Tre disperati in cerca di consensi a qualunque costo: Merkel che rischia il posto il prossimo anno con le elezioni, cui si presenta per la quarta volta, per l’immigrazione; Hollande, il presidente francese più screditato della storia, per la sicurezza; Renzi il pallonaro che, per vincere il suo referendum, vivo o morto, sfrutta un pezzo della nostra Storia antifascista.   
Ognuno, su quella nave, simbolo massimo di guerra, parla al proprio Paese e ai propri elettori, preoccupato per il proprio posto di lavoro e non tanto per l’Europa. Discorsetti banali e di routine, più attenti alle pose fotografiche e ai titoli di giornale, che ai contenuti: “stiamo facendo la Storia…dobbiamo tenere insieme sogni e concretezza”, senza mai ricordare che, secondo l’autentico manifesto di riferimento, la rivoluzione europea dovrebbe essere socialista, cioè proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici. Non l'Europa delle banche e dell'alta finanza - quale oggi è  - ma quella di Altiero Spinelli, l'Europa dei popoli.
Ventotene, con la sua storia di confinati e il suo significato, è ben lontana, sia in miglia che in senso metaforico: è solo una ridicola cornice mediatica, scelta per dare un tono formale e importante a una inutile gitarella istituzionale - fuori porta e in mezzo al mare - su una portaerei corazzata, trasformata in nave da crociera, full optional e tutto compreso.
(Alfredo Laurano)



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