venerdì 26 agosto 2016

PIU’ CHE SCIACALLI

Era inevitabile e previsto, secondo un copione scontatissimo e ricorrente, che dove e quando si consuma un qualsiasi evento doloroso - guerra, calamità, follia o terrorismo - arriva subito e a spron battuto l’esercito dei soldati dell’odio e del veleno, dei paladini difensori dell’ignoranza qualunquista.
Non possono mai mancare, per obbligo contrattuale col paradigma della stupidità, questi individui meschini e repellenti che per effetto di un ricorrente riflesso condizionato o per automatismo biologico, pensano di distinguersi e affermarsi nella stupida polemica, vuota, inutile e senza senso. Cercano qualche grammo di visibilità, di protagonismo nel vuoto della propria inutile esistenza e per darle un senso. E nemmeno si vergognano: sono del tutto privi di umanità e ragionevolezza, anzi, se ne compiacciono.

Questa componente malata, inossidabile e incancellabile del genere umano non aspetta altro per esibirsi sulla scena della incontenibile banalità, per scaricare la propria innata malvagità, le proprie frustrazioni e delusioni, la propria repressione: 
"Nelle tendopoli metteteci gli immigrati, così lasciano agli sfollati le camere negli alberghi a 5 stelle".
Odio, mercificazione, cinismo, crudeltà, razzismo: troppa gente inutile  passa il tempo sui social a praticare questo disgustoso sport, a farneticare e ironizzare in modo spietato e volgare sulla tragedia del terremoto.
Sono l’altra razza di sciacalli, che non rubano le catenine a chi ha già perso tutto, ma rubano a tutti quelli che in qualunque modo esprimono e portano aiuto e solidarietà.
Che scavano a mani nude senza sosta, che non si risparmiano, che salvano vite. 
Sciacalli che speculano sulla catastrofe, sui tanti morti sotto le  pietre di paesi cancellati, in mezzo a tanto dolore, a tanta disperazione e anche, per fortuna, a tanta solidarietà, seminando odio e contrapposizioni, incapaci di distinguere e separare situazioni, problemi sociali e profonde tematiche dell’attualità.

Non sanno questi odiatori di “buonisti” che tra quelle macerie stanno scavando anche molti profughi volontari, del luogo e anche venuti appositamente da lontano, che un paio di loro sono rimasti uccisi e sepolti dai crolli, che settantacinque richiedenti asilo di Gioiosa Ionica, ieri, hanno deciso di donare il loro pocket money di 2,50 euro a testa ai terremotati.
"Metteteci gli immigrati, sotto le macerie", suggeriscono alcuni.
Si, ma con tutti i tipi di sciacalli.
Fra i tanti, uno, sorpreso dalla polizia ad Amatrice, ha rischiato il linciaggio da parte della folla.
(Alfredo Laurano)


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