martedì 23 agosto 2016

GITA IN BARCA A VENTOTENE

Chissà perché ieri sera Raiuno ha mandato in onda la replica di Un nuovo mondo!
Il film racconta le vicende di un gruppo di giovani, confinati dal regime fascista nel 1941, in una piccola isola sperduta del Mediterraneo, Ventotene, che elaborano una grande utopia: l’idea di un’Europa libera, in pace e democratica, unita in uno stato federale. Proprio mentre il Nazifascismo trionfava conquistando l’Europa stessa.

Perseguitati dal regime, ma eretici rispetto ai partiti e alle ideologie del resto del fronte antifascista - Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni - in quei giorni bui scrivono in segreto un libricino che ancora oggi è la pietra miliare per la costruzione dell’Europa unita: Il Manifesto di Ventotene.
E’ la storia di un’ avventura che non è solo intellettuale, ma fatta di difficili scelte, di rischi, di azioni combattive, di coraggio e di amicizia. Ci sono anche Pertini e Terracini e tanti altri.
Cosa c’entra tutto questo con la brillante idea di tenere il vertice Italia-Francia-Germania sulla portaerei “Garibaldi”, al largo di quell’isola, culla dell’idea di Europa?
Per analogia, per auspicio, per richiamo storico importante, per sottolineare lo “spirito europeo” in prospettiva, per sfruttare la retorica che si nutre di simboli e nostalgia?
Per fare scena e compiacere la superbia del potere?

Su una nave da guerra - l’isola fa da contorno, per i soli otto minuti di omaggio alla tomba di Spinelli - Angela Merkel, Hollande e Renzi  si sono incontrati per parlare di  sicurezza, immigrazione e crescita dopo la "fuga" del Regno Unito e del futuro dell’ Europa, che non è proprio quella che sognavano Spinelli e compagni.
Una straordinaria gita in barca corazzata che poteva svolgersi anche al Giglio, a Procida o a Ischia, dove, peraltro l’Angela tedesca è ormai di casa!
Sembra soprattutto una smargiassata istituzionale, che anche la RAI pubblica ha voluto nobilitare, narrando la storia di Spinelli. Mai accostamento fu più improprio e inopportuno.
Una colossale messinscena che costa qualche milione di euro, più adatta a un film di James Bond che a un meeting politico di altissimo livello.
Collegamenti sospesi, file per i controlli, divieto di navigazione attorno all’isola.  Oltre alla portaerei, hanno mobilitato teste di cuoio, reparti speciali, uomini rana e anche un carro armato, elicotteri: di tutto e di più, il meglio della tecnologia anti terrorismo e anti sommossa di Polizia, Carabinieri, Finanza, Esercito, Marina, Aeronautica , Guardia Costiera, boy scout e giovani marmotte.
Sarebbe stato davvero interessante, osserva Luciana Castellina, se i magnifici tre avessero scelto Ventotene, proprio per una riflessione, critica e autocritica, su cosa è stato fatto in questi quasi 75 anni. Avrebbero potuto rileggere assieme il lontano testo scritto nel 1941, soprattutto ripensare all’auspicio fondante che l’aveva ispirato: porre fine alle guerre.
Invece di rompere le palle agli abitanti e ai turisti agostani dell’isoletta. (Alfredo Laurano)


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