martedì 19 gennaio 2016

LE SPINE DI ROSA


Fino a pochi giorni fa, l’unico Quarto che la stragrandissima maggioranza degli italiani conoscesse era il quartiere orientale di Genova da cui salpò Garibaldi il 5 maggio 1860, con i suoi “Mille”, alla volta della Sicilia. Erano, peraltro, abbastanza noti anche il “quarto stato” di Pellizza da Volpedo o “Quarto Oggiaro”, quartiere periferico di Milano, o il “quarto grado” e il “quarto di bue”. Ora, abbiamo scoperto che Quarto è, pure e soprattutto, un comune italiano di quarantamila abitanti, vicino Napoli, amministrato da un po’ di mesi dalla sindaca Rosa Capuozzo del M5S - altrettanto sconosciuta alle cronache e alla Storia -  e contaminato dalla Camorra unita.
Mi rincresce dirlo ma, semel in anno, devo essere d’accordo con Belpietro, quando dice che è diventato l’ombelico del mondo, tanto che se ne parla nei talk show e il presidente del Consiglio viene interpellato nelle genuflesse interviste tv acciocché esprima il proprio parere.

La faccenda, da commedia tragicomica all’italiana o, se preferite, alla napoletana, sembra un gran trappolone messo in atto contro i Cinque Stelle, nel quale sono caduti con tutte le scarpe di un’ infantile ingenuità e senza i cogenti lacci di una risposta razionale, politica e strategica.
Invece di mandare a quel paese il PD, invitandolo a occuparsi degli affari suoi e degli 83 amministratori locali indagati o rinviati a giudizio - anzi, 84: ne hanno appena arrestato un altro, sindaco nel Varesotto - i grillini, presi in contropiede e attaccati nella loro massima virtù dell’onesta e della trasparenza, si sono fatti coinvolgere in una specie di psicodramma, manco fossero colpevoli di chissà quale reato.
Che in un medio comune campano qualcuno vicino ai clan abbia provato a infilarsi nell' organizzazione per trarne profitto sembra “cosa buona e giusta”, cioè del tutto scontata e naturale. Ci sarebbe da stupirsi del contrario: la malavita in affari con la politica ci prova con tutti, a prescindere dal colore e dalle ideologie (poi bisogna vedere chi ci sta). Vale e prevale solo il concetto opportunistico della massima convenienza. L’etica appartiene ad altri mondi.
Con Quarto alla ribalta e sotto i riflettori di tutti i palcoscenici mediatici, Il PD, che dopo diverse settimane di pene, manovre e proclami per far digerire al popolo la storia dell’Etruria, non sapeva più a che santo votarsi, è riuscito a spostare l’attenzione nazionale da Maria Elena Boschi a Rosa Capuozzo, accusata ingiustamente pure di abusi edilizi nella propria abitazione che, eventualmente, sarebbero imputabili al nonno. Un colpo da maestro dell’arte machiavellica del ribaltamento e del puro utilitarismo.

Solo che, mentre per il fallimento della Banca popolare della famiglia Boschi qualche migliaia di persone sono finite sul lastrico, nel caso in questione l’unica che rischia di perdere la casa e la faccia è la stessa Rosa di Quarto, dopo essere stata sedotta e abbandonata - anziché sostenuta - dal suo stesso Movimento, in stato semi-confusionale.
Intanto, Di Maio, Fico e Di Battista continuano a giustificarsi in ogni palinsesto, nel limbo sdrucciolevole del “sapevo o non sapevo”.
Proprio come Santa Maria Elena dei Boschi che, in Parlamento, parlava del papà.
19 gennaio 2016 (Alfredo Laurano)

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