domenica 10 gennaio 2016

IN DIE ILLA, IL VIAGGIO DI GIAN PIERO FERRI

Un gran bel viaggio di Gian Piero Ferri la dove nascono le favole che poi prendono la forma delle nuvole e assumono le mille forme dei pensieri...."
Fermarsi a riflettere sulla propria vita è un esercizio spontaneo e naturale, e spesso irrefrenabile e prorompente che, prima o poi, e con tempi e modalità diverse, riguarda tutti quelli che hanno un cuore e un’anima pensante: da una parte, riemergono gli affetti, le passioni e i sentimenti, dall’altra, le ragioni, i fatti, le scelte, i desideri e le decisioni.
Ma tutto si amalgama in un unico percorso, ricco e variegato, e a volte un po’ confuso, dove storie, sogni, favole, voli di piume e soffi d’amore – i tuoi ologrammi poetici – si fondono in un'unica realtà. Che ci guarda, ci osserva, ci sorride o ci ammonisce, che ci premia, ci punisce o ci confonde.

Perché tutti abbiamo una nostra storia da raccontarci, da ripercorrere come un viaggio a ritroso nei luoghi dell’infanzia, della giovinezza, della maturità e della consapevolezza, tra le brume della nostalgia e, qualche volta, dei rimpianti.
Ma non tutti la sanno o la possono rappresentare come hai fatto tu, che hai trasformato questa intima esigenza in una doppia esposizione narrativa - una più intima e personale, l’altra più distaccata e oggettiva - dove la chiarezza di un linguaggio semplice e universale sposa la capacità di guardarsi dentro, di mettere a nudo i propri sentimenti, senza un filo di retorica o di compiacimento, di riscoprire con candore pascoliano il proprio vissuto e la memoria del passato.

Tante pennellate nella tela dell’esistenza: l’infanzia, l’adolescenza, il Seminario, gli affetti, l’amicizia, le perdite e le delusioni, l’amore, lo sport, il lavoro: un affresco incastonato nei profumi e nei colori della terra, nei diversi luoghi dei fatti e degli eventi, nelle forme stagionali di una natura cangiante e indifferente e saldamente impiantato nelle proprie radici culturali.
Ogni elemento, ogni luogo, ogni persona - mi viene in mente la metafora della murena, o Furio, l’uomo che parlava e faceva inginocchiare i cavalli, o la toccante favola del paese senza guerra - trasmette un’emozione, un momento di partecipazione e coinvolgimento.

Come si dice in prefazione, “la voce dell’anima muove il sentimento del passato” e parla a coloro che vivono quel sentimento, nella sensibilità di gioire o patire per l’altro.
E tu, che hai semplicemente “scritto ciò che hai vissuto”, hai raccontato, con profonda umanità e tratti di poesia, una storia personale che si fa storia di tutti. 
Forse, grazie a quegli occhi di nonna Antonia che sono ancora la guida della tua vita.
Con stima e affetto.
(Alfredo Laurano)



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