sabato 16 gennaio 2016

"DE CAZZEGGIATORI"

Una decina di anni fa scrissi questa ode canzonatoria e satirica per prendere in giro i miei amici e dissacrare le continue dispute che si accendevano in ogni occasione e su ogni argomento e proseguivano a oltranza. La cara amica Gianna me l’ha fatta ricordare a proposito del significato del termine “cozzalone”, che ha dato origine al nome d’arte di Checco Zalone, che, tuttavia, non c’entra nulla con questa composizione burlesca, se non per i comuni toni sarcastici e irriverenti.

DE CAZZEGGIATORI

Sono qui per raccontare come nacque e si diffuse l’arte del bel disputare delle cose, le più astruse.

Fin da tempi assai lontani, prima i Greci e poi i Romani discutevano di tutto, bene o male, bello o brutto.

Ogni tesi, a più non posso, la smontava il paradosso e il sofisma obbligatorio per convincer l’uditorio.

Tutto si può dimostrare e ogni cosa confutare: basta avere nel sommario ciò ch'è vero, m’anche il contrario.

Nell’eristica, i Sofisti eran proprio grandi artisti. Nella storia del pensiero, hanno un ruolo lusinghiero.

C’è Trasimaco e c’è Gorgia, che a parole fanno un’orgia, c’è Protagora e c’è Crizia, che fan sfoggio di furbizia.

L’ozio del ragionamento mai comporta appagamento, non occorre approfondire, basta solo contraddire.

Ma la Storia ci ha insegnato che ogni evento del passato si ricicla poi nel tempo, in un nuovo movimento….

“Cazzeggiare” sempre e ovunque a dispetto di chiunque, “cazzeggiare” in casa e fuori e con tutti i repertori.

Scelto un tema o un argomento, si cazzeggia a sfinimento: sesso, sport o Berlusconi ci frantumano i maroni.

Poi, se a fiumi scorre il vino, si rinfocola il casino; niente mogli, amiche o amanti, servon solo le badanti.

Tra gli amici miei Cazzari, sugli scudi e sugli altari, è difficile stimare chi di più può meritare

d’esser primo, oppure il peggio in quell’arte del cazzeggio, dove Massimo ha il rispetto come Retore perfetto.

Per chi spara la cazzata, la più grossa e amplificata, Mimmo, Giulio e le signore si contendono l’onore.

Capoccetto è un caso a parte: suona sempre, è la sua arte; qui lo invito a musicare questi versi da cantare.

Senza torti e preferenza, ve lo dico in confidenza, vincitor non è nessuno…lo son tutti, lo è ciascuno.

Voglio allor, con grande affetto, e pe’ scritto ve lo metto, dichiarar senza rancori….Tutti siam cazzeggiatori! 

(Alfredo Laurano) 18.12.2006

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